Luca Argentero

1 Caffè per cambiare il mondo

La vita è stata gentile con lui: talento, affetti, bellezza, carriera, successo. “Più di dieci anni fa ho avuto consapevolezza della fortuna che avevo ricevuto e, in un modo un po’ improvviso, è nato un forte desiderio di restituire tutto quel bene”. 

Luca Argentero, attore e vicepresidente di 1 Caffè Onlus, realtà sociale digitale nata per sostenere le piccole-medie associazioni no profit italiane, racconta la nascita e l’evoluzione del progetto. Un’idea germogliata da un pensiero di gratitudine ai tavolini di un locale parigino, che richiama l’antica tradizione napoletana di lasciare al bar pagato un caffè sospeso per chi non può permetterselo e che mira a diffondere la cultura del gesto del dono: “un’arma potente che può cambiare il mondo”. 

Perché donare?

Ciò che doniamo ritorna indietro moltiplicato per cento, basta provare con un semplice sorriso a uno sconosciuto, con un gesto di gentilezza nei confronti di chi ci sta accanto. Lo sperimento quotidianamente e ricevo sempre e solo conferme. La meravigliosa avventura di 1 Caffè nasce nel 2011 quando, insieme a Beniamino Savio e a un gruppo di amici torinesi, decidiamo di investire una parte del nostro tempo e delle nostre energie per fare qualcosa di buono per gli altri.

È un’idea semplice che si basa su tre principi basilari: insieme si genera più energia che da soli, piccolo non significa inferiore, il piacere di donare dura sempre di più del piacere di ricevere.

La vera componente rivoluzionaria consiste nella possibilità di raccontare alle persone che donare, oltre ad essere un gesto semplice, può diventare una sana abitudine quotidiana.

Il caffè sospeso nell’antica tradizione napoletana richiama un gesto di solidarietà e gentilezza: quanto contano questi due valori nella tua vita e nelle relazioni che coltivi con le persone?

Occuparsi degli altri, donare una parte di sé a chi ha bisogno è una forma di gentilezza, un atteggiamento che prima di tutto ho vissuto nella mia famiglia, che me l’ha insegnata e dimostrata. Se faccio un bilancio generale, la vita con me è stata gentile. Penso sia importante dedicarsi al benessere di chi ci sta fianco, che sia un familiare o un collega di lavoro. Questo è un valore che spero di riuscire ad insegnare ai miei figli: il senso della cura.

Come fare a sensibilizzare i singoli affinché cresca l’attenzione nei confronti dei soggetti meno fortunati? Occorre che le persone si sentano coinvolte al di fuori delle esperienze individuali per diventare parte attiva al cambiamento?

Credo che l’attenzione debba essere rivolta sul prezioso operato degli enti del Terzo Settore, sensibilizzando su quanto essi possano essere portatori di soluzioni per tutte quelle persone che appunto vengono riconosciute come meno fortunate. Ognuno secondo le proprie possibilità, ognuno con le proprie modalità: solo così penso si possa diventare parte attiva di un cambiamento, sviluppando un senso di responsabilità civica. 1 Caffè si impegna ogni giorno per mettere a sistema il piccolo gesto di tanti donatori per trasformarlo in un moto di solidarietà in grado di migliorare il mondo.

Qual è il contributo che ciascuno di noi può dare? Quanto restituisce, in termini personali e sociali, il donare? 

Ogni giorno lavoriamo sodo per far capire che donare soldi, energie, tempo, competenze, professionalità, può produrre un importante impatto sociale. Donare è un piccolo gesto che può fare la differenza e non è una questione economica. La piattaforma di crowdfunding www.1caffe.org permette a chiunque di fare proprio questo: trasformare un gesto semplice e comune come quello di offrire un caffè in un concreto gesto di solidarietà.

Qual è il valore che il terzo settore apporta al nostro Paese? 

Il Terzo Settore in Italia ha un valore economico stimato pari a 80 miliardi di euro e, pertanto, contribuisce al 5% del PIL nazionale. Questi dati ci raccontano come il terzo settore sia un universo in forte espansione in Italia: un mondo di impegno sociale, civile, solidale che si muove tra lo Stato e il mercato. Va menzionata anche l’importanza del terzo settore in punto di allocazione di risorse umane, infatti, negli enti non profit operano circa 1,14 milioni di lavoratori retribuiti, di cui 845mila addetti dipendenti e circa 294 mila lavoratori esterni. Il Terzo Settore dovrebbe essere assolutamente considerato un big player del welfare sociale.

Tra i principali progetti di 1 Caffè c’è Campo Base, uno spazio messo a disposizione delle realtà no profit. Quanto c’è bisogno di fare rete per sostenere le associazioni no profit?

Nel corso degli anni abbiamo capito che, oltre ai fondi che provengono dalle campagne di crowdfunding, alle piccole e medie realtà no profit italiane, erano necessari altri aiuti: il consiglio di un professionista, come un avvocato o un commercialista, uno spazio fisico al quale appoggiarsi, una rete di persone alla quale fare riferimento. Nasce così, nel 2017, Campo Base, un luogo di accoglienza, supporto e formazione per gli enti no profit, che si concretizza in un vero e proprio co-working di solidarietà, dove la sharing economy si applica al mondo del Terzo settore. Uno spazio fisico dove la comunicazione avviene su due fronti: chi cerca e chi offre, chi ha qualcosa da dare – tempo e competenze – e chi ha bisogno di un aiuto per concretizzare il proprio progetto.

Profit e No profit: quali sono le principali difficoltà che si incontrano nel costruire ponti di comunicazione e scambio? 

In Italia esistono più di 360mila mila enti no profit impegnati sul fronte dei diritti umani, della cultura, dei servizi alla persona, della ricerca, dell’assistenza alle fasce più deboli. Dall’altro lato vi è un mondo profit sempre più orientato ad azioni di corporate giving, ma che si trovano molto spesso in difficoltà nel selezionare gli enti destinatari dei loro fondi. 1 Caffè si inserisce tra queste due prospettive, ricoprendo il ruolo di intermediario al fianco di realtà profit nella creazione di operazioni di CSR, a sostegno del tessuto associazionistico, con il fine ultimo di generare impatto sociale.

Donare è un’occasione per dire grazie alla vita rispetto a quanto abbiamo ricevuto. Ci racconti la tua esperienza?

Più di dieci anni fa ho avuto consapevolezza della fortuna che avevo ricevuto nella mia vita e nella mia carriera. E in un modo un po’ improvviso, è nato un forte desiderio di restituire tutto quel bene, quella gentilezza, quella fortuna. Ero a Parigi, era venuto a trovarmi un amico fraterno. Parlando, ci siamo resi conto che eravamo arrivati, per vie ed esperienze completamente diverse, alla stessa esigenza: quella di restituire. Da quella chiacchiera è nata una scintilla, da quella scintilla un’idea, da quell’idea un progetto, che ci dimostra ogni giorno quanto il gesto di offrire 1 Caffè sia rivoluzionario.

Che cosa significa, secondo te, dare l’esempio e perché è importante?

Non vivo cercando di dare il buon esempio al prossimo, provo a comportarmi nel miglior modo possibile e potermi guardare allo specchio con serenità. Con dei figli, mi rendo conto che dare il buon esempio, nelle piccole cose e nei gesti quotidiani, sia fondamentale.

È possibile e quanto conta portare la propria autenticità in un mondo come quello dello spettacolo a cui appartieni? 

Essere quello che sono è l’unico modo di esistere che conosco, trovo difficile recitare un personaggio per vent’anni. Per far parte di questo mondo bisogna essere quello che sì, è troppo faticoso indossare una maschera per sempre.

Qual è il tuo sogno dietro a tutti ‘1 Caffè’?

Dal primo caffè che abbiamo raccolto fino a quelli ancora continueremo a raccogliere, il sogno è sempre lo stesso: riuscire a trasmettere il valore del dono, che non è numerico, ma esistenziale, è un’arma potente che può cambiare il mondo, ma che fa stare bene soprattutto chi decide di rendere il dono un’abitudine quotidiana.

Noi abbiamo scelto di chiamarci Quoziente Humano. Che cosa è per te il QH? 

Spesso la dose di umanità è sempre più ridotta in qualsiasi ambiente o settore, ma è fondamentale per il buon funzionamento della nostra società.

Sul tema leggi anche:

Fundraising per un non profit che genera valore

Meditazione, porta della felicità

+ posts

Giornalista, consulente alla comunicazione positiva e allo sviluppo individuale e dei gruppi attraverso strumenti a mediazione espressiva. 20 anni di esperienza in comunicazione aziendale.

Zeen is a next generation WordPress theme. It’s powerful, beautifully designed and comes with everything you need to engage your visitors and increase conversions.

Newsletter
Iscriviti alla newsletter di Humaneyes comunicare positivo e del suo canale di informazione Quoziente Humano. Segui il link verso il form di registrazione!