“Tornare sul set è la prima cosa che vogliamo fare”, così Francesca Cima, presidente dei produttori ANICA si è espressa in un’intervista all’ANSA.
“Tutti chiedono sicurezze – ha spiegato riferendosi all’intero sistema produttivo di un set che va dai tecnici agli attori – e noi a nostra volta le chiediamo e le vogliamo offrire alle persone che lavorano con noi, in primo luogo dal punto di vista della salute, ma immediatamente dopo quella di poter lavorare e ritornare a produrre e distribuire reddito, dando il nostro importante contributo alla ripartenza collettiva di tutto il paese”.
“Sappiamo che l’incertezza è una cifra di questo periodo, ma non vogliamo stare fermi”
“La ripresa – sottolinea ancora Cima – dovrà essere il frutto di uno sforzo collettivo per il bene di tutta la filiera, inclusi i servizi media, che devono alimentare palinsesti e cataloghi con nuovo prodotto”.
La presidente dei produttori Anica parla di ripresa “magari a giugno, con la conclusione delle opere che erano già sul set e che sono state interrotte in fase di lavorazione. Nel frattempo, abbiamo lavorato in remoto, allo sviluppo creativo delle nuove opere, insieme agli autori. Appena possibile, anche prima di giugno, potrebbe partire la fase di preparazione, che ci consentirà di mettere a punto sul campo i protocolli stessi”.
Il protocollo sanitario per i set è fondamentale per mettere in sicurezza lavoratori e artisti, “su questo stiamo collaborando, in accordo tra associazioni di produttori (Anica, Apa e Ape), con i sindacati, i rappresentanti degli artisti e gli stessi attori. Fondamentale sarà il supporto finanziario necessario per poter ripartire, sia a copertura dei maggiori costi derivanti dallo stesso protocollo di sicurezza e dall’inevitabile allungamento dei tempi di lavorazione, sia attraverso forme di garanzia che scongiurino il default delle imprese nel caso estremo in cui ci fossero nuove interruzioni dovute al contagio. Gli investimenti nelle nuove opere dovranno avere certezza di sostegno, ma su questo il Ministero, sin dall’inizio dell’emergenza, ci è stato a fianco e ha garantito l’introduzione di risorse straordinarie per dare a questo settore produttivo la sicurezza per riprendere a lavorare”.
Hollywood ha lavorato su linee guida per la ripresa: potrebbero essere recepibili anche dal sistema italiano?
“I temi che stiamo affrontando in tutto il mondo sono i comportamenti e le misure sanitarie e di sicurezza da adottare ma le soluzioni dovranno adeguarsi alle norme nazionali – e regionali ove più restrittive – Data la forte interconnessione tra Stato, servizi media pubblici e privati, distributori, produttori indipendenti, l’Italia avrà certamente in comune le buone pratiche (le migliori) ma le declinerà sul proprio specifico. Ci aspettiamo un grande sforzo dal servizio pubblico, con cui e’ aperto un dialogo costante, perché è uno dei motori più potenti della ripresa. A questo scopo, un piano straordinario a sostegno dell’industria audiovisiva indipendente sarebbe la via più logica e concreta per accompagnare la difficile fase che ci aspetta”.