Cambia il mood delle conversazioni in rete nel nostro Paese. Questo è quello che registra il secondo appuntamento con il Barometro del sentiment degli italiani durante l’emergenza CoronaVirus, l’analisi settimanale delle conversazioni rete che rileva quasi un milione di messaggi alla settimana con la social media intelligence di Pulsar in esclusiva per il Barometro Hearst Italia.
Complessivamente non cambia la quantità dei messaggi, muta invece il tono complessivo: più messaggi da persone comuni, meno da celebrities e grandi mezzi di comunicazione. Quindi, più messaggi originali (11,5%) e meno engagement in generale (-30% di commenti e condivisioni).
È come se prograssivamente fossimo “più capaci di esprimere il senso del nostro vissuto senza demandarlo a figure che questo fanno ‘per lavoro’. Stiamo riemergendo”.
Con il mese di aprile, soprattutto, cambia profondamente il mood: crescono le conversazioni sui piani per il futuro, si inizia a pensare alla fase 2, la primavera porta una grande voglia di natura e “il peggio sembra di poter dire che lo abbiamo lasciato alle spalle”. Per molti, sottolinea l’analisi questo si traduce anche in nuovi consumi: meno libri e giochi da tavolo, più attrezzi da palestra e giardinaggio. Siamo meno attanagliati psicologicamente da una spesa che nelle scorse settimane somigliava a una missione speciale. Il sentiment generale della conversazione online diventa neutrale: in una scala da +50 a -50 si recuperano diversi punti percentuali e questa settimana si è allo zero.
Da questa settimana Pulsar rileva per Hearst anche lo spaccato delle emozioni prevalenti: 64,7% sono positive, 19% tristi e 9% improntate al disgusto, 3,6% alla paura e 2,1% alla rabbia. Rabbia e disgusto sono state rilevate in passato nel momento in cui molti italiani contravvenivano al divieto di circolazione o, una decina di giorni dopo, verso i runner nel momento di massimo allarme sociale. L’approvazione generale verso i concittadini è salita moltissimo, invece, nelle ultime due settimane: segnale ritenuto positivo anche rispetto alla capacità di gestire emozioni e comportamenti in una condizione drammatica.
L’algoritmo ha poi aggregato i segmenti di conversazione in quattro cluster principali: è cresciuto quello principale Vita in quarantena, che suggerisce una conversazione ancora più spostata sul lifestyle e, se possibile dirlo, quasi segno di un ritorno alla vita di tutti i giorni. Meno importanti i cluster Emergenza ospedali, Notizie in genere, Mascherine (argomento molto evidente in questi ultimi giorni, specialmente in alcune regioni del Nord) e Aprile come mese di aspettative, del plateau e della progressiva entrata in una fase di discesa dell’epidemia. Su Twitter sono più evidenti gli hashtag dell’attualità e del dibattito, su Instagram quelli della vita di tutti i giorni nell’isolamento di casa. Tra questi ultimi primeggiano per engagement i meme di Insanity page. Tra le notizie vere e proprie, compare due volte il Cotugno di Napoli, ospedale a zero contagi. Poi inizia a fare capolino la politica. Le testate tradizionali continuano a monopolizzare la torta della visibilità sui social media. Cala Facebook, che resta comunque il sito più in vista in assoluto sia come share tra le testate sia come primo di quei social network dove si spende il 30% del tempo dedicato ai media e alla cultura. Giornali e magazine al 15%, libri al 10% e TV al 12%. Chiamate e chiamate video entrambe al 22% nelle modalità principali di contatto, messaggistica in genere al 39% (con SMS ancora molto superiori a Whatsapp).
Nell’ambiente domestico cala la presenza del letto come luogo di riferimento: passiamo nel corso delle due settimane da un 38% di share of voice a un 30%, con il quale resta comunque in testa alle nostre preferenze di vivibilità in isolamento. La cucina e la tavola o sala da pranzo aumentano entrambe di qualche punto, segno che stiamo progressivamente riemergendo da una posizione esistenziale più reclinata e “lean back”.
Se prima cucinavamo tantissimo, anche in maniera esibizionista e di compensazione, questa settimana manifestiamo una maggiore voglia di stare a tavola con la famiglia
Entrambe le zone sono raccontate nel 18-19% dei casi in cui si parla di ambiente domestico. Il divano, figura molto presente durante la nostra vita normale, quando si lavora durante la settimana, scende di mezzo punto e resta intorno al 10%: la modalità di rilassamento passivo non sembra prioritaria per darci quel senso di cui abbiamo bisogno ora.
Se il paniere della spesa sembra stabile, aumentano del 30% le mention relative all’e-commerce. Oltre ai beni di prima necessità, si citano molto acquisti di libri (23%), materiale per il giardinaggio (21%), attrezzi per il fitness (19%), elettrodomestici (12%), giochi in genere (11%) e stranamente tanto caffé (9%). La moda vive un momento di stand by, la cosmetica vede crescere del 3% le mention di prodotti skincare, mentre calano in maniera proporzionale i detergenti.
I siti Hearst – sottolinea la nota – segnalano sia il successo dei tutorial fai da te sia, come transazioni, per tutta la cosmetica che aiuta in particolare le donne in questo momento in cui l’accesso a coiffeur ed estetiste è vietato. Resta molto alto il makeup in genere (65%), attività più Instagram friendly e argomento sia di svago che di conversazione.
Hearst ha inoltre analizzato un face off molto pop tra i due ‘nonni nazionali’ che rappresentano l’unità nazionale e la fiducia nel paese. Il Presidente Mattarella con il suo messaggio del 27 marzo e la Regina Elisabetta con il messaggio del 5 aprile. Il confronto tra share of voice sembra raccontarci un panorama mediatico ormami globale, dove il fascino di celebrity dei Windsor riesce a ottenere un primato perfino su una figura di riferimento nazionale come quella del Presidente della Repubblica. 57% di share per il Presidente Mattarella nella settimana del suo messaggio alla nazione, 65% per Elisabetta nella settimana appena terminata. Interessante le due rispettive word cloud: Elisabetta, più lontana dai nostri problemi immediati, ottiene più parole nella zona di sentiment positiva, Mattarella risulta più neutrale. Spicca nel riverbero online del suo discorso la parola egoismi, per la Regina risuonano più parole della stessa area di senso: incontrare, uniti e simili. Entrambi con i tanti verbi alla prima persona plurale simbolo del loro ruolo di grande importanza collettiva.