Una mobilità più sostenibile con chilometri di piste ciclabili cittadine che raggiungono valori record a Torino, Milano e Bolzano, ma anche uno stile di vita più attento all’ambiente con l’aumento degli orti urbani in particolare a Napoli dove, dal 2011 al 2019, crescono del 1230%, da meno di un ettaro a circa 12. Significativi progressi si registrano nel cambio di mentalità sul concetto di rifiuto che da scarto è sempre di più concepito come una risorsa.
Tra tutti i capoluoghi è Trento a raggiungere la percentuale più alta di raccolta differenziata, ma gli aumenti più importanti nel periodo 2015-2019 si registrano a Catanzaro (+577,1%), Potenza (+214,7%) e Palermo che, pur rimanendo ancora su valori al di sotto del 20% (17,4%), segna un aumento di circa il 115%.
Le perdite idriche, la fragilità del territorio e l’uso poco sostenibile del suolo rimangono i veri talloni d’Achille.
Sono queste le tendenze descritte nel primo Rapporto SNPA “Città in transizione: i capoluoghi italiani verso la sostenibilità ambientale” che, per la prima volta, presenta una lettura dei trend ambientali delle 20 città capoluogo e Bolzano, nell’arco temporale di 5 anni, attraverso tre chiavi di lettura: vivibilità, circolarità e resilienza ai cambiamenti climatici fotografando la transizione dei capoluoghi italiani verso la sostenibilità urbana.
Fragilità del suolo e perdite idriche le note dolenti delle città
C’è ancora molto da fare in ambito cittadino se si parla di fragilità del territorio e uso corretto del suolo: la popolazione residente in aree a rischio idraulico medio varia significativamente dalle 191 persone di Potenza a quasi 183 mila di Firenze, mentre il consumo di suolo avanza senza sosta in quasi tutti i capoluoghi e le infrastrutture verdi non segnalano incrementi significativi. A questi problemi si aggiunge anche il rischio sinkholes (o sprofondamenti) ormai presente in quasi tutte le città italiane con Roma che, con un totale di 1088 eventi dal 2010 al primo semestre del 2021, si conferma la capitale italiana ed europea delle voragini.
Tra le note dolenti anche quella delle perdite idriche, che nel 2018 restano sempre elevate nella maggior parte delle città campione con alcuni casi in cui i valori superano il 50%. Anche se con valori altalenanti, sono solo 8 le città che riducono le proprie perdite con in testa Napoli che passa dal 41,2% del 2012 al 31,6% del 2018. Si conferma, quindi, alto lo spreco di una risorsa naturale che, specialmente in questo 2022, vediamo sempre più minacciata dal cambiamento climatico.