Una campagna fatta di 4 sfide al sistema alimentare, per nutrire 8 miliardi di persone e salvare il capitale naturale globale: cambiare i metodi di produzione e le abitudini di consumo del cibo, avviare regolamentazioni coerenti e trasformare il mercato alimentare. A cominciare da domani
Il Pianeta non può reggere l’attuale sistema di produzione e consumo di cibo, che da solo causa l’80% di estinzione di specie e habitat a livello globale.
Per il WWF non c’è più tempo per aspettare l’avvio della transizione ecologica dei sistemi alimentari, per questo lancia la sua Campagna Food4Future per promuovere modelli di produzione e consumo alimentari che, a cominciare dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che il Governo sta reimpostando, proteggano e conservino la natura, garantendo al tempo stesso cibo sufficiente, equo, pulito, sano e nutriente, per le generazioni attuali e future.
Quattro le aree d’azione ritenute urgenti, che se messe in pratica subito a livello globale consentirebbero di rendere i sistemi alimentari più resilienti, inclusivi, sani e sostenibili, tenendo conto delle necessità umane e dei limiti del Pianeta: agire in campo (grow better), in mare (fish better), a tavola (eat better), riducendo perdite e sprechi alimentari (use better).
La visione del WWF è spiegata nel Manifesto Food4Future, dove si chiede a tutti un impegno concreto per fronteggiare la sfida più importante del secolo. Una delle chiavi del cambiamento si trova nelle abitudini alimentari dei singoli: con l’iniziativa #DoEatBetter rivolta ai consumatori, infatti, il WWF li identifica come perno centrale per un reale cambiamento e per indirizzare le abitudini alimentari verso comportamenti sani, sostenibili e responsabili. Il 2021 sarà un anno cruciale per l’alimentazione e per il ruolo che tutti (cittadini, governi e industrie) dovranno svolgere nell’affrontare una delle più grandi minacce per il nostro futuro.
Noi, persone, perno del cambiamento
Entro il 2050 la popolazione mondiale arriverà a circa 10 miliardi di persone, mentre già oggi circa un miliardo soffre di fame cronica. Gli scienziati hanno stabilito i limiti per nove principali processi ambientali che, se fossero superati, porterebbero la Terra a diventare inabitabile, quattro di essi sono già stati oltrepassati: l’80% dell’estinzione di specie ed ecosistemi sia terrestri sia marini dipende da quello che finisce sulle nostre tavole (e da quello che perdiamo e sprechiamo).
Con circa il 24% delle emissioni di gas serra di origine antropica, l’agricoltura è uno dei principali responsabili del cambiamento climatico e la prima causa di deforestazione mondiale per fare spazio a monocolture e allevamenti; l’incremento di utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici, poi, ha sconvolto la chimica del Pianeta e inquinato ecosistemi e reti alimentari. Ma la tutela del Pianeta deve andare di pari passo con quella dei diritti umani e deve quindi essere accompagnata da un quadro di maggiore giustizia sociale del sistema food, rivolto ad assicurare equità, eradicazione della fame e diritti dei lavoratori.
Un anno in ‘campagna’
Con la campagna Food4Future, il WWF sottolinea l’interconnessione dell’umanità con la natura e quanto il benessere dell’una sia indissolubilmente legato al benessere dell’altra. Da oggi e per il resto dell’anno verranno pubblicati una serie di contenuti sui canali digital e social del WWF, con tanti approfondimenti. Inoltre, grazie alla collaborazione di influencer e chef, e alla media partnership con Il Cucchiaio d’Argento (Cucchiaio.it) che nella nuova sezione ‘Sostenibilità’ rilancerà i contenuti della campagna, verranno poste all’attenzione 4 sfide da affrontare con urgenza, gli obiettivi da raggiungere per tutti gli ambiti delle filiere alimentari, e le raccomandazioni WWF ad aziende, istituzioni e cittadini.
“Il Pianeta ha mostrato la finitezza delle proprie risorse e la fragilità dei propri meccanismi di funzionamento. Dobbiamo correre ai ripari a cominciare da oggi, dalla prossima spesa che faremo”afferma Eva Alessi, Responsabile consumi sostenibili e risorse naturali di WWF Italia.
Le 4 Sfide per aziende e consumatori
Grow better
La perdita di biodiversità è causata da sistemi agricoli sempre più specializzati e semplificati, che occupano aree sempre più vaste, e dall’uso massiccio di input chimici, che causano il degrado del suolo, l’inquinamento delle acque e dell’atmosfera e minacciano la salute degli organismi. Non solo, le produzioni standardizzate che ne derivano sono immesse sul mercato a costi bassissimi. Per il WWF l’agricoltura deve orientarsi sempre più all’agroecologia, la scienza che applica i principi ecologici alla gestione dei sistemi agricoli, favorendo tutti i processi naturali di rigenerazione e resilienza. Inoltre è necessaria una graduale trasformazione degli allevamenti intensivi industriali a beneficio di un modello di produzione agroecologico.
Fish better
La pesca eccessiva, distruttiva e illegale è un’altra delle minacce più gravi alla sostenibilità delle risorse del Pianeta, in particolare dei mari e di tutte le specie che li popolano. Su scala globale il 34% degli stock ittici è sovrasfruttato e il 60% è pescato al limite delle proprie capacità di rigenerarsi: ciò significa che non diamo il tempo ai pesci e agli altri organismi oggetto di pesca di riprodursi. Inoltre, con la pesca distruttiva, compromettiamo gli habitat da cui essi dipendono, limitandone ulteriormente la capacità di recupero. Nel Mediterraneo la situazione è ancora più critica, con il 75% degli stock ittici monitorati che risulta sovrasfruttato. Il WWF lavora con pescatori affinché adottino pratiche più sostenibili, con le aziende affinché si impegnino nella trasformazione della loro filiera produttiva e di approvvigionamento, con le autorità nazionali e internazionali affinché garantiscano una gestione adeguata.
Eat better
In seguito alla globalizzazione, all’urbanizzazione e alla crescita del reddito, negli ultimi decenni le nostre abitudini alimentari sono radicalmente cambiate. Si è passati da diete stagionali ricche di verdure e fibre, a diete troppo ricche di calorie e con un eccessivo consumo di carne e derivati animali. La dieta dell’italiano medio non è in linea oggi con le raccomandazioni nutrizionali e gli attuali modelli di consumo non sono sostenibili né dal punto di vista sanitario né da quello ambientale. Il WWF promuove un modello alimentare che concili la salute della persona con quella dell’ambiente e che si riassume nel mangiare senza eccessi, ridurre drasticamente il consumo di proteine animali e aumentare quello di frutta e verdura, limitando le quantità di alimenti ultra-trasformati e zuccheri aggiunti.
Use better
Se vogliamo che il sistema alimentare globale possa rimanere all’interno dei limiti del Pianeta è fondamentale ridurre sensibilmente le perdite alimentari sul piano della produzione e gli sprechi alimentari sul piano del consumo. Il WWF lavora per eliminare le perdite in agricoltura, acquacoltura, nella pesca o in altre attività della produzione primaria attraverso azioni mirate sugli operatori, aumentando la comunicazione e l’informazione lungo le filiere di produzione per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di cibo. Il WWF auspica inoltre una riduzione drastica degli sprechi alimentari nelle famiglie, nelle mense scolastiche e aziendali.