“Molte autrici mandano messaggi anche di sorellanza ad altre donne, la scrittura è un bellissimo passaporto per aprire la conoscenza e fare rete”. È un legame che ha radici profonde quello che fa incontrare le donne con la letteratura. Chiave per aprire le porte del proprio mondo interiore e per affermarsi all’esterno, la scrittura segna un percorso di consapevolezza e crescita che lettrici e scrittrici intraprendono insieme. A svelarci tutte le sfumature del genere rosa e delle autrici italiane e straniere che scelgono di fare della passione di scrivere un mestiere Alessandra Bazardi, fondatrice dell’agenzia letteraria Alessandra Bazardi Literary Agency. Con un passato editoriale con focus sul femminile come direttrice dei romanzi Harmony e vicepresidente fino al 2018 di European Writing Women Association (associazione letteraria che riuniva le donne della comunicazione), Bazardi in questa intervista racconta come nascano le scrittrici, attraverso i passaggi di ricerca, scoperta e proposta di talenti femminili.
Donne e scrittura. Qual è il rapporto che lega questi due mondi?
Sia sul fronte dei lettori che su quello delle scrittrici ho lavorato in un mondo in cui il femminile era punto di riferimento.
La relazione che lega le donne alla scrittura è forte, perché spesso nasce dall’esigenza di prendersi dello spazio per se stesse.
Si risponde al bisogno di avere un momento personale. Chi si approssima alla scrittura, soprattutto le donne, sentono l’esigenza di portare avanti un progetto che va spesso ad aggiungersi al lavoro, alla famiglia. Gli uomini hanno con la scrittura un rapporto veloce, le donne portano in questa relazione sentimenti e passioni. La scrittura consente di esprimere ciò che si ha dentro, questo significa confrontarsi con l’esterno, ancora di più da quando ci sono i social che hanno molto ridotto la distanza tra il lettore e lo scrittore. Tante donne hanno dovuto celarsi sotto uno pseudonimo per arrivare a essere riconosciute, però il desiderio di emergere è forte. Nella mia esperienza ho potuto incontrare numerose scrittrici e ho constatato che spesso la scrittura si combina a persone che svolgono anche lavori rigorosi, il desiderio di scrivere arriva per colmare una vita frenetica con ritmi già scanditi. È qui che nasce la determinazione di volere comunicare qualcosa agli altri.
In che modo la scrittura è per le donne uno strumento per una maggiore consapevolezza di sé?
Nel suo percorso l’autore, man mano che prosegue nella scrittura, affina il talento e crea testi più strutturati. Molte autrici fanno il salto quando riescono a scrivere libri che vanno al di là della trama e del racconto, che mandano un messaggio che è consapevole. Bisogna studiare e leggere molto. La scrittura non è solo un atto per piacere a se stesse, bisogna comunque arrivare a un pubblico e per fare questo occorre aumentare le proprie potenzialità.
Esiste un lessico femminile?
Il linguaggio femminile solitamente è più morbido, gli uomini hanno anche un lessico che può essere più duro. Il linguaggio è influenzato anche dal genere del libro, se si scrive un romanzo rosa o psicologico si cercherà un registro più femminile rispetto a un thriller o un noir che ha note più incalzanti. È chiaro che ognuno ha il proprio stile, è vero che spesso si riconosce se il libro è scritto da una donna o da un uomo.
Perché l’importanza di fare rete tra donne tra scrittrici, aspiranti autrici e lettrici?
Con EWWA (European Writing Women Association ndr) riunivamo professionalità diverse, scrittrici, editor, giornaliste, comunicatrici. Fare rete è fondamentale. Creare un’associazione che fa dialogare diverse donne intorno a un tema e mettere in contatto autrici importanti con altre esordienti è fondamentale, perché si fanno nascere nuove idee e si confrontano le diverse esigenze, anche pratiche.
È agente letterario. Come si fa a scoprire un talento, e soprattutto a far sì che possa crescere?
Mi ha aiutato molto il mio lavoro precedente. Facendo l’agente letterario bisogna tenere in considerazione sia il lettore, sia lo scrittore. Prima mi trovavo dall’altra parte. L’agente letterario propone alle case editrici autori nuovi, è una sorta di talent scout, un trade union fra lo scrittore e la casa editrice. Questa è la parte più bella. Quando leggendo uno scritto si comprende che c’è qualcosa di buono, c’è l’idea, si lavora per la pubblicazione. Quando il romanzo è pubblicato e piace alla gente arriva la soddisfazione. Personalmente leggo e cerco di mettermi nei panni del lettore: vivo lo stile, il genere l’idea e il modo in cui il libro coinvolge dalle prime pagine.
Quando autrici esordienti diventano famose, per me è molto soddisfacente, perché ho contribuito alla nascita di una scrittrice.
A quel punto il nuovo autore dovrà imparare a gestire il successo e la bravura.
Il genere rosa come si è evoluto nel corso degli anni? A quale bisogno di lettura risponde?
La domanda è cambiata, c’è stata un’evoluzione dagli anni ’80 fino a oggi che ha coinvolto il genere seriale, le regole di scrittura, lo stampo, lo schema. Il genere ha visto la nascita della chick lit (contraddistinta da un romanticismo più scanzonato ndr) dove i personaggi non sono più principi ma rospi, spesso il rosa si è evoluto nel romanzo di formazione e di narrativa. Ci sono vari livelli rosa: il seriale, la women fiction … Adesso mi sembra che ci sia la necessità di romanzi sentimentali che lancino un messaggio. È un genere che è molto cresciuto, penso ai romanzi che si leggevano negli anni ’80, delicati e tranquilli. C’è stata una evoluzione anche del genere erotico, l’arrivo di ‘50 sfumature’ ha sdoganato molti tabu, segnando il cambio di passo perché racconta comunque in chiave erotica una storia d’amore.
Scrittrici e talento: dalla sua esperienza qual è il processo che porta al riconoscimento del proprio potenziale? Quando la scrittura da passione diventa anche professione?
Ci sono diverse modalità per arrivare alla pubblicazione: dalle case editrici alle autopubblicazioni. C’è un rapporto con il pubblico di cui bisogna tenere conto. Nel momento in cui c’è un pubblico che legge, scatta la consapevolezza di potere trasmettere un messaggio. Molti autori si rivolgono a un agente per avere una valutazione, altri che invece hanno superato questa fase e vogliono promuoversi.
Molti autori iniziano avendo altri lavori, tanti non vivono di scrittura, spesso è più una passione. Se poi ci si dà un obiettivo, come pubblicare uno o due libri all’anno, bisogna lavorare e tanto.
Qual è il panorama delle emergenti autrici femminili oggi in Italia?
Fino a qualche anno fa il mercato era un po’ drogato dalle autopubblicazioni, che ora mi pare siano in calo. Ci sono autrici emergenti italiane e straniere talentuose, soprattutto nel genere storici e ‘young adult’.
Le case editrici tendono a polarizzare molto un autore, sono i ritmi editoriali e di produzione che contraddistinguono il settore.
Anche tra gli autori più affermati non è facile mantenere il livello. Per gli addetti ai lavori il periodo del covid è stato molto duro, ultimamente c’è una leggera ripresa. Ho notato che c’è maggiore predisposizione ed entusiasmo nella pubblicazione. Lanciare un autore italiano è molto più costoso rispetto a uno straniero. Non sempre le case editrici, anche le più grandi, hanno la voglia e la capacità di promuovere e accompagnare nel tempo lo scrittore. Ho notato una grande richiesta di testi per le fiction, una contaminazione tra il romanzo e la serie per la tv.
Quali sono i maggiori ostacoli alla creatività? Come si può invece maggiormente nutrirla?
A volte ci sono romanzi molto belli che commercialmente non funzionano. Bisogna comprendere dove si vuole arrivare.
Il lettore come è cambiato?
Il lettore è esigente e veloce. C’è una quantità enorme di titoli, anche venduti a basso prezzo. Il lettore dedica del tempo al libro, la qualità è sempre da preservare.
Che cosa possono portare le donne con la scrittura agli altri? C’è una chiave di visione del mondo?
Le donne hanno molto da raccontare, se ogni donna scrivesse la propria vita potrebbe raccontarne 7 insieme.
Certamente le donne hanno la delicatezza di arrivare a toccare determinate corde e a livello di scrittura portare messaggi importanti. I libri che hanno avuto più successo hanno messaggi diretti. Lo scrittore arriva in modo semplice. Dovremmo essere un popolo di lettori, anche dalla lettura di quello che scrivono gli altri si impara.
Giornalista, counselor a mediazione espressivo artistica e corporeo teatrale, consulente alla comunicazione positiva e allo sviluppo individuale e dei gruppi. 20 anni di esperienza in comunicazione aziendale.