La ruota del pavone

È questo il mondo che vogliamo?

È questo il mondo in cui vogliamo vivere? 

Ci sono gli arrabbiati, gli ansiosi, i delusi, i tristi e gli spaventati, restano gli incerti a cui si aggiungono o si mescolano i confusi.

Un ventaglio di sofferenze ampio quanto la coda di un pavone.

Mossi dalle nostre fragilità, cerchiamo la sicurezza più imponente da mostrare, per difendersi e difendere. Categorizzare e catalogare, semplificare, quando non banalizzare, per cercare una trama che spieghi la complessità.

Ma siamo uniti, ancora di più quando divisi, perché non può esistere azione dell’uno che non segni il cammino dell’altro. 

Ecco perché è importante anche parlare di quei tanti che provano a restare nel proprio centro, in ascolto e nel rispetto di sé e degli altri. Nella fiducia e nella tolleranza, pur nella diversità; nella delicatezza che lascia spazio al confronto, nella convinzione che la costruzione passi dal pensiero e dalle parole, ancora prima che dall’azione.

Allora torniamo alla ruota del pavone, secondo una leggenda i colori cangianti delle penne stavano a significare la capacità dell’animale di trasformare il veleno in sostanza solare: come a dire una trasformazione in positivo è possibile.

Prima ancora dell’agire, il pensiero, conscio e inconscio, è energia e, se seguiamo gli insegnamenti dello scienziato Albert Einstein, riesce ad avere un effetto sulla realtà. 

Si chiama anche ‘Effetto Maharishi’ (fisico indiano ideatore della meditazione trascendentale) e i suoi risultati sono stati studiati e riscontrati in diverse situazioni.

Se l’1% della popolazione di una determinata zona praticasse una meditazione profonda, la calma e riduzione dello stress conseguenti avrebbero un effetto sulla comunità che vive in quel territorio. 

Se sostenuta da consapevolezza l’attività mentale espande i suoi confini, dall’interno all’esterno, dall’uno a molti. 

Immaginate di applicare lo stesso concetto al nostro essere su questo pianeta. 

Lasciamo da parte la meditazione, pensiamo all’intenzione con cui ogni giorno ci affacciamo alla quotidianità, alle nostre relazioni.

Una coscienza collettiva che espande il potere del singolo. Ogni individuo responsabile dei suoi pensieri che diventa parte attiva nella costruzione del suo percorso, e insieme, porta l’altro a migliorarsi e migliorare. 

Con libertà e consapevolezza. 
Ciascuno può essere grato dell’opportunità di crescita che la vita offre.
In ogni situazione osserviamoci e osserviamo. Ascoltiamoci e ascoltiamo. Per un confronto, per costruire relazioni positive con noi stessi e con gli altri. 
Per rispondere alla domanda: è questo il mondo che vogliamo vivere? 

di Monica Bozzellini e Serena Poerio

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