Formazione, riparte NeetOn per favorire l’occupabilità

NeetON: è ripartito il progetto ideato con l’obiettivo di favorire l’occupabilità dei Neet, attraverso corsi di formazione specifici. NeetON, il progetto di Bosch Italia realizzato in collaborazione con LabLaw Studio Legale Rotondi & PartnersManpowerGroup, la Fondazione Human Age Institute e la scuola di formazione Bosch TEC, è nato con l’obiettivo di trasferire competenze tecniche e trasversali che consentano ai Neet (Not in Education, Employment or Training) – ragazzi tra i 15 e 29 anni che non si formano, non studiano e non lavorano – di entrare ed essere competitivi nel mondo del lavoro. 

L’edizione del 2020 ha visto 60 Neet coinvolti, 600 ore di formazione erogate suddivise tra lezioni online, incontri di orientamento e pillole formative, un ampio riscontro sui social media e la possibilità per gran parte dei partecipanti di consolidare il percorso con un’esperienza lavorativa. A seguito di tale successo, anche il 2021 vedrà 3 edizioni che coinvolgeranno in totale circa 60 ragazzi. Si punterà su due figure professionali differenti: E-Commerce Specialist e Manufacturing 4.0, due figure innovative e molto richieste sul mercato, che negli ultimi anni hanno riscontrato un aumento della domanda pari al 40%.  

Si partirà a marzo 2021 con la prima edizione che si svolgerà in formato digitale e avrà l’obiettivo di formare i partecipanti per il ruolo di E-commerce Specialist. I giovani selezionati seguiranno lezioni frontali in live streaming e potranno consultare contenuti e approfondimenti tramite piattaforma digitale. A questo, si aggiungeranno i project work, grazie ai quali avranno l’opportunità di applicare concretamente le nozioni apprese, confrontandosi con le aziende per facilitare così il processo di ingresso nel  mondo del lavoro. 

L’Italia è il paese europeo con la più alta percentuale di giovani Neet (22,2% secondo l’ISTAT, corrispondenti a circa 2 milioni di ragazzi) con un valore percentuale di circa 10 punti superiore alla media del continente (12,5%) e che nell’ultimo decennio è rimasto invariato.L’aspetto più problematico, che riguarda il 32% dei Neet, è che non solo sono ragazzi che non studiano e non lavorano, ma hanno anche perso la speranza di trovare un lavoro e quindi non sono attivi nella ricerca di un’occupazione.  

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