‘Istruzioni’ per una nuova economia, libera e solidale

Due parole, casa e legge (dal greco oikos e nomos), ci dicono in estrema sintesi la radice della parola economia: la legge che regola la casa. Aggiungiamo, la buona legge, quella che considera il bene dei più e non dei pochi. Anche nella casa comune, che ci vede ‘cittadini’.

In questo senso, sul principio di una economia ‘nuova, libera e solidale’ nasce il Gruppo NELS, una piattaforma di incontro tra chi produce o offre servizi eticamente e chi li vuole comprare, fondata da Massimo De Giulio, piemontese, una vita professionale nel mondo del marketing e delle vendite.

Convinto, insieme a chi è con lui in questo progetto, che la nuova economia debba tornare a essere quella del piccolo commercio, dei professionisti, delle piccole imprese e attività e che “un cambiamento sia già in atto, in un processo irreversibile”, ci guida all’interno di un’idea trasformata in realtà.

Massimo De Giulio

Partiamo dalle parole che compongono il vostro nome: NELS.

L’idea è quella di creare qualcosa che abbia dei presupposti differenti, rispetto all’economia a cui siamo abituati, che è quasi esclusivamente quella del profitto: l’economia è una parte sostanziale della nostra società, ma non è detto che debba essere basata solo su questo unico presupposto. Con ‘nuova’ economia intendiamo, intanto, un approccio più olistico, legato non solo allo scambio ma anche alle persone che se ne occupano e basato su dei valori etici.

Libera’, in quanto i partecipanti di questa nuova economia, sono persone che si sentono libere dagli schemi e dalle uniche verità che in questo momento la società ci propone; torna il discorso di una nuova economia formata da persone che si fanno domande, hanno dei dubbi e non prendono tutto per assodato.

Infine, ‘solidale’ perché, creando questo tipo di circuito, le persone che entrano a farne parte si sentono e sono in qualche modo solidali tra di loro, perché si scambiano dei valori creando un gruppo tra persone libere nel concetto che ho espresso.

Quando è nato il progetto e qual è stato il percorso che ti ha portato a dargli vita?

Il progetto ha preso forma all’inizio del 2022 ed è diventato operativo a metà anno. In realtà è nato molto prima dentro di me, come dentro tante altre persone, nell’attraversare una situazione che ci ha coinvolto tutti, due anni assurdi, distopici, dove i criteri erano diventati i lock-down, i green-pass, le forzature a terapie mediche sperimentali e dove esisteva solo una voce di informazione. Tutto questo ha fatto maturare in me, come in una parte della società, la volontà di agire direttamente per occuparsi di qualcosa di cui, chi istituzionalmente avrebbe dovuto farlo, non si stava curando.

Creare valore

Il fatto di dedicare la mia volontà e il mio tempo a questo progetto di natura economica viene dal mio trascorso professionale, mi sono sempre occupato di comunicazione, marketing e vendite, e dal fatto che vedevo nascere tantissime situazioni interessanti che si occupavano di sanità, informazione e altro, mentre mi sembrava che non ci fosse qualcosa di specifico in relazione all’economia, quella ‘vera, piccola, non la grande economia, la finanza, che fa parte di quel mondo distopico di cui ho detto prima.
Da qui è nato il progetto di mettere insieme persone e attività che si scambiassero servizi
e prodotti, creando anche valore tra di loro.

A chi parla NELS e come siete strutturati?

Oggi NELS è un progetto che parte da un gruppo su Telegram, una chat sostanziale e importantissima, con circa seimila partecipanti, ma non si ferma lì. Si rivolge ad attività e privati, ciascuno con il proprio ruolo. All’interno del gruppo, infatti, ci sono attività che offrono prodotti e servizi, ma anche associazioni e attività non ancora ufficializzate, magari ancora a livello hobbistico; dall’altra parte c’è una fetta di partecipanti che cerca prodotti e servizi e preferisce comprarli da realtà che hanno valori etici condivisi.
Il progetto si sviluppa anche attraverso il sito, gruppo NELS, la piattaforma dove ogni attività ha la possibilità di creare una vetrina gratuita, in cui presentarsi e su cui gli utenti possono ricercare prodotti e servizi sua per territorio, sia per categoria.

Come siete riusciti a crescere e come vi sostenete?

Il sito è stato proposto un anno dopo la nascita della chat, sino a oggi è stato a budget zero, abbiamo investito tanto tempo e tutta la nostra professionalità, anche grazie a dei partner tecnici che hanno creduto nel progetto e ci si sono dedicati, a loro volta investendo tempo e risorse.
Questa è la bellezza della nuova economia, perché non è tutto fatto per un profitto, ma si crede in una iniziativa, ci si entra e si è disposti a investire risorse. È chiaro che tutto questo deve avere un controvalore, ma non è l’obiettivo principale, sarà una conseguenza.

Come spesso accade, servono pionieri per spingere la realizzazione di un mondo differente in cui chi si riconosce possa vivere.

Assolutamente. Pensiamo anche a una cosa importante: durante e dopo quei due anni che faccio fatica a classificare, molte persone si sono trovate in difficoltà, magari hanno perso il lavoro, anche perché non si sono sentite di seguire l’obbligo imposto, si sono trovate in grande disagio economico e in qualche modo si sono dovute reinventare. Anche le stesse attività economiche, con tutto quello che abbiamo passato, hanno subito un danno e una grossa parte si è trovata in difficoltà. Noi abbiamo raccolto e continuiamo a raccogliere queste realtà e abbiamo cercato di dare un valore diverso a quello che fanno.

Una nuova realtà economica può crescere e vivere dentro un sistema e, al tempo stesso, consolidarsi al di fuori del sistema?

Io credo due cose: la prima è che noi del sistema facciamo parte anche involontariamente, dobbiamo farci i conti e siamo qua probabilmente anche per questo; anche perché i balzelli a qualcuno dobbiamo pagarli, seppure medioevali, dobbiamo passare di là. E poi, lo stare fuori: non decidi di stare fuori, in qualche modo ti ci ritrovi, la società ‘ufficiale’ non si sta occupando di quello di cui dovrebbe, se vivi una vita coerente con determinati valori ti allontani, ma questo è sotto gli occhi di tutti.

Risveglio di coscienza

Ormai i poteri, la politica sono discostati enormemente dalla realtà sociale e dalle persone. Non si vota più; dall’alto vengono fatte scelte dettate da situazioni finanziarie, non sono più dei politici e amministratori, sono dei maggiordomi dei poteri finanziari e fanno quello che è necessario fare per arrivare ai loro fini. Quindi, non è tanto lo stare dentro o fuori, dentro in qualche modo ci sei sempre e fuori ti ci ritrovi.

Di cosa si tratta quindi?

Si tratta di creare qualcosa che renda solidali tutte le persone che vogliono continuare a vivere seguendo determinati valori etici e anche spirituali, perché c’è stato un grosso risveglio spirituale negli ultimi anni.

Le situazioni estreme ci fanno riscoprire dentro di noi dei valori che c’erano, ma erano sopiti.

Così sta accadendo nella società.

Per dare più consistenza e forza a questo nucleo che nella società si sta differenziando, è possibile un dialogo tra le molte realtà che sono nate?

Non solo c’è possibilità, è necessario e lo facciamo di continuo. Ieri sera eravamo a una riunione in cui abbiamo parlato di agricoltura e dove c’erano tantissime realtà simili alla nostra o comunque con valori simili, che fanno cose differenti e anche economiche. Il dialogo esiste e il gruppo NELS non solo è disponibile, ma nasce con questo spirito.

Partecipiamo a tante iniziative, facciamo parte di gruppi nazionali e internazionali in cui si parla di progetti e si cercano soluzioni. È sostanziale e anche molto bello, non è nulla di forzato, almeno per quanto ci riguarda, per quanto mi riguarda.

C’è una cascata mediatica che porta in direzioni differenti, come create consapevolezza?

Questo probabilmente è il lavoro più difficile, principalmente per il fatto che la consapevolezza nasce da ognuno di noi. Credo sia possibile sensibilizzare le persone su determinati argomenti, che poi ne prendano consapevolezza o vogliano essere consapevoli non è detto. A volte, non è facile: un po’ come nella caverna di Platone, guardare la luce è abbagliante. Quello che cerchiamo di fare è creare sensibilizzazione, lo stiamo facendo ad esempio con l’iniziativa ‘In Pace’ con la quale non manifestiamo contro qualcuno, ma sensibilizziamo prima di tutto noi e poi chi vuole partecipare, con l’obiettivo di essere il più possibile in pace con noi stessi e con gli altri.

Stessa cosa facciamo con un’altra iniziativa che si chiama ‘InCarta la verità’, con cui cerchiamo di sensibilizzare le persone su quello che sta accadendo in termini di portafoglio digitale.
Certo, poi, la consapevolezza dal mio punto di vista ognuno se la crea, però è importante cercare di dare strumenti alle persone, perché non tutte hanno la possibilità e il tempo di accedere a determinate informazioni.

Come immagini NELS tra un po’ di anni?

È importante avere una visione, anche se devo dire che negli ultimi anni vivo sempre di più nel presente e cerco di occuparmi di quello che faccio nella maniera più vicina alla mia anima e ogni giorno al meglio. Certo bisogna avere una idea, che può trasformarsi nel tempo, ma devi sapere dove stai andando, come quando sei in mare, devi avere una rotta, poi puoi decidere di cambiarla.
Continueremo a fare quello che stiamo facendo e già questo è un obiettivo importante: mantenere quello che abbiamo creato con gli strumenti che abbiamo avuto è già una grossa risorsa, è chiaro che il paradigma dovrà evolvere, come accennavo, dovremo valorizzare in termini economici quello che stiamo facendo, anche per poter investire, sia per il mantenimento, sia in nuovi progetti.

Avete già in mente nuovi passi?

Sicuramente, c’è quello di incrementare non solo in termini di numeri, ma anche di partecipazione, il sito e la chat Telegram e di dare nuovi servizi alle attività che partecipano per potersi proporre al meglio. Stiamo già facendo delle serate in cui possono presentarsi, ma vogliamo accada sempre più spesso. Un’altra cosa importante a cui teniamo è la possibilità di avvicinarsi anche fisicamente sul territorio, è complicato, ma dal momento che non abbiamo fretta facciamo un passettino alla volta. Fino ad ora, siamo riusciti a percorrere la nostra strada continueremo così: quando ci siamo messi in testa idee e progetti ci siamo avvicinati e li abbiamo raggiunti.

Qual è per te la difficoltà più grande nel portare avanti questo progetto?

Difficoltà è un termine che non mi piace tantissimo, ci sono tante cose da fare e, se il tempo lo si può sempre trovare, devi metterci anche delle energie, perché non siamo intelligenza artificiale. A volte sarebbe bello poter contare sul coinvolgimento di più persone.

Dall’altra parte, quello che sto facendo mi carica di energia positiva, mi fa sentire più vicino a quello che è il mio scopo animico; a volte vorresti fare qualcosa di più o di meglio, ma la bellezza è anche accontentarsi di quello che hai fatto e proseguire a piccoli passi. Sono sicuro che sempre più persone si avvicineranno e contribuiranno a questo progetto e a tutti i progetti interessanti che stanno nascendo in questo periodo.

Tra le parole che si leggono sul vostro sito ci sono fiducia, accoglienza, collaborazione, c’è un mondo che va da un’altra parte...

Proprio perché chi dovrebbe dare delle indicazioni e delle direzioni al mondo le sta dando in una via completamente diversa da quella che vogliamo intraprendere, è necessario agire. C’è una fetta di mondo importante, anche sottovalutata in termini numerici, che quella direzione non ha intenzione di prenderla e ha già dimostrato che non la prenderà mai, quindi, è estremamente necessario che chi ha voglia contribuisca a creare delle strutture che possano essere in linea con chi quel tipo di realtà non la sente vicina.

Dobbiamo essere felici di quello che stiamo costruendo perché quello che stiamo facendo è davvero qualcosa di nuovo e diverso. Nella storia ci sono state tante situazioni in cui la società è cambiata, spesso basate sulla protesta perché era il momento giusto per quel modo di agire, ma

quello che sta nascendo adesso è qualcosa che si manifesta più all’interno che all’esterno, proprio per questo ritengo sia davvero forte ed epocale.

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Monica Bozzellini
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Oltre 30 anni di esperienza nel mondo del giornalismo e della comunicazione aziendale; da oltre 5 anni è consulente alla comunicazione positiva.Si occupa dello sviluppo della persona attraverso strumenti a mediazione artistica espressiva, come professional counselor a mediazione corporea e teatrale

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