A cura di Monica Bozzellini
Sono i tre pilastri sui quali il gruppo Klépierre, attivo nella proprietà, gestione e sviluppo di centri commerciali, sta sviluppando la propria visione e le azioni di Corporate Social Responsibility: pianeta, persone e società.
Un impegno che di recente ha portato al Gruppo il riconoscimento di ‘Leader globale nel Retail’ in tema di sostenibilità, in base agli indici del Global Real Estate Sustainability Benchmark (GRESB).
Azioni, quelle dell’azienda, sviluppate nell’ambito dell’iniziativa denominata Act for Good, che mette l’interesse per il sociale e l’ambiente al centro della performance operativa.
A parlarcene è Gino Antonacci, Managing Director di Klépierre Italia.
ACT for Good è stato ed è una sfida ambiziosa. Seguendo i suoi tre pilastri, con quali interventi vi siete mossi e vi muoverete?
L’impegno preso con ‘Act for Good’ mira a rendere tutte le azioni intraprese coerenti con una visione responsabile e a lungo termine, rispettando la sensibilità e le necessità del presente, con uno sguardo al futuro: la richiesta di uno sviluppo urbano ‘smart’ e a misura di cittadino, l’interesse per un consumo razionale, ma anche la necessità di un miglior rapporto tra vita lavorativa e familiare. La declinazione della politica di CSR in tre pilastri permette di diversificare le azioni dell’azienda e di orientarle verso tre ambiti specifici: ambiente, territorio e persone.
Klépierre Italia si è distinta nel corso degli anni per il cospicuo numero di iniziative messe in campo in tutti i ‘pillars’. Significativi sono stati i risultati dal punto di vista del risparmio energetico (- 34% del consumo di energia e – 35% del consumo di acqua a livello nazionale negli ultimi 3 anni), obiettivi raggiunti anche grazie a strumenti che permettono un costante monitoraggio dei consumi dei centri; tra questi una piattaforma digitale innovativa che, utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale, raccoglie, centralizza e analizza automaticamente i dati energetici e di sostenibilità dei nostri Centri Commerciali per ottimizzarne la gestione.
Il legame con il territorio è ciò che caratterizza e dà linfa alle iniziative realizzate ogni anno in tutti i centri commerciali del perimetro italiano: numerose sono le attività organizzate in collaborazione con importanti istituzioni del territorio per la promozione delle eccellenze locali (Museo Egizio di Torino, Reggia di Caserta, Reggia di Venaria, Museo Madre, Museo Casa tre Oci, etc.).
A ciò si aggiungono iniziative di varia natura, realizzate in collaborazione con associazioni benefiche e no profit di respiro locale, nazionale e internazionale, oltre alla partecipazione a campagne di sensibilizzazione al consumo consapevole e al risparmio energetico (‘M’illumino di meno’, ‘Giornata Mondiale dell’alimentazione’ a sostegno di FAO, etc.).
Fonte di grande orgoglio sono inoltre progetti quali L’Orto in Campania, un orto didattico realizzato nel 2011 insieme a Slow Food presso il Centro Commerciale Campania, alimentato dal compost prodotto con i rifiuti organici dei ristoranti del mall, che vede ogni anno la partecipazione di migliaia di studenti a corsi tenuti da educatori specializzati.
Importanti sono inoltre le politiche messe in atto dall’azienda a favore del proprio personale.
Leadership e sostenibilità
Quali aspetti hanno contato di più, per raggiungere il riconoscimento di ‘Leader globale nel Retail’ in tema di sostenibilità?
“Gli importanti riconoscimenti ottenuti in tema di sostenibilità sono frutto del costante impegno del gruppo in questo ambito, che permea l’organizzazione a tutti i livelli, informandone le quotidiane attività operative – spiega -, proprio perché espressione di una cultura aziendale, che ha posto Act For Good al centro della propria visione, facendone uno dei quattro ‘pilastri’ insieme a Retail First, Let’s Play e Clubstore. Una politica di Corporate Social Responsibility così fortemente radicata nel DNA aziendale è derivata dalla consapevolezza della responsabilità che una posizione di leadership come quella di Klépierre comporta, insieme all’opportunità di avere un ruolo rilevante nella gestione del cambiamento.
La presenza di Klépierre nelle diverse categorie stilate da GRESB testimonia l’ampio spettro d’azione degli ultimi anni, con iniziative che toccano tutti gli aspetti ESG (Environmental, Social e Governance): dagli importanti traguardi nella progettazione e costruzione, ai significativi risultati raggiunti finora in campo ambientale, senza dimenticare i riconoscimenti in altre categorie rilevanti quali ‘leadership’, ‘policies’, ‘reporting’, ‘risk management’, ‘risk assessment’ e così dicendo.
La pandemia Covid ha cambiato e continuerà a incidere sul nostro rapporto con gli altri, anche rispetto allo spazio in cui ci muoviamo. Se e come i vostri Centri, e in generale il settore, devono rimodularsi in termini di pensiero e progettazione degli spazi?
La pandemia ha inciso su molti livelli, rendendo necessarie reazioni e risposte di vario genere; in primo luogo, sono stati effettuati interventi immediati di gestione dell’emergenza con l’introduzione di misure di sicurezza specifiche, tra cui il coordinamento dei flussi di persone, il monitoraggio degli accessi, o, ancora, l’intensificazione delle operazioni di igienizzazione. Meccanismi che sono ormai stati incorporati nell’operatività quotidiana.
A livello più ‘strategico’, la progettazione degli spazi non può non tener conto della progressiva digitalizzazione,
e il conseguente sviluppo dell’e-commerce, fenomeni già in costante espansione, accelerata notevolmente dalla pandemia. Per ‘aggredire’ questo tipo di competizione è necessario incentivare alcune dinamiche, quali ad esempio il ‘click and collect’, che stimolino l’acquisto in negozio, accompagnate da una sempre più ricca offerta di servizi e di iniziative che vadano al di là dello shopping, all’insegna di Shop.Meet.Connect, espressione che sintetizza la visione del retail di Klépierre.
Nonostante lo sviluppo dell’e-commerce, i negozi continuano a essere un anello importante della catena distributiva: è necessario valorizzarli il più possibile, potenziandone la flessibilità, trasformandoli in veri e propri showroom – grazie al potenziamento di elementi come i fronti vetrina -, che colpiscano e incuriosiscano il cliente, offrendo un’esperienza ‘concreta’, che si differenzi da quella digitale.
L’e-commerce causerà la ‘morte’ retail? No, perchè il retail sarà capace di evolversi adattandosi al nuovo, e alle modalità contemporanee di acquisto e di vendita. Come? Proponendo spazi pop-up store con contratti di affitto più agili, che permettano di valorizzare l’immagine dei brand anche in maniera stagionale, facendo leva su formati più moderni, ‘freschi’, che permettano ai retailer di avere maggiore visibilità, proponendo iniziative di mall domination accanto alla vendita ‘tradizionale’.
C’è spazio anche per un altro tipo di socialità all’interno dei centri commerciali?
A contraddistinguere i centri Klépierre restano le peculiarità che ne hanno sempre costituito un valore aggiunto: iniziative ed eventi di carattere culturale. A partire dalla musica; basti pensare ai quattro grandi festival musicali, un appuntamento fisso per la clientela (e non solo): Gru Village (Le Gru, Torino) giunto ormai alla 15ma edizione, Nave de Vero in Jazz (Nave de Vero, Marghera), Luglio in jazz (Campania, Marcianise) e Porta di Roma live (Porta di Roma, Roma), che negli anni hanno ospitato artisti del calibro di Al Jarreau, Chick Corea, Pino Daniele, Stefano Bollani, George Benson, Pat Metheny, Fiorella Mannoia, Elio e le Storie Tese, Daniele Silvestri, Max Gazzè, Sentieri Selvaggi, Ben Harper, Incognito, Brunori Sas e Bob Sinclair.
Significative sono inoltre le iniziative in ambito artistico, come ad esempio la pluriennale collaborazione con il FAI (Fondo Ambiente Italiano), oppure attività mirate alla promozione delle eccellenze culturali del territorio, come lo spazio espositivo Fidenae (Porta di Roma), con i suoi preziosi reperti archeologici: un pezzo del passato restituito ai cittadini.
Relazioni al centro
Da spazi a luoghi di aggregazione, ai centri commerciali è stata spesso attribuita una ‘spersonalizzazione’ della relazione tra le persone, l’ultimo anno, inoltre, ha riportato all’attenzione il ruolo dei negozi di prossimità.
È importante innanzitutto sfatare il mito del centro commerciale come indissolubilmente legato alla grande distribuzione: i nostri centri sono a tutti gli effetti assimilabili a una via commerciale cittadina. Nella storia dei mall del gruppo si è scommesso molto sui commercianti locali: catene che attualmente occupano un posto importante sul mercato italiano sono ‘nate’ da commercianti locali, realtà gestite dall’intero nucleo famigliare, soprattutto nel settore della ristorazione. Per il futuro si potrà intervenire prevedendo una ancora maggiore flessibilità, che permetta di facilitare ulteriormente l’ingresso nei centri di negozi ‘locali’. A ciò si affiancano naturalmente le già citate iniziative a favore della comunità locale e dei territori che ospitano i centri.
Sulle relazioni e le persone… così dentro come fuori: quanto e come vi muovete in termini di sostenibilità all’interno della vostra organizzazione, con le ‘vostre’ persone?
Non soltanto il territorio e le comunità, ma anche le ‘nostre’ persone sono da sempre al centro delle politiche di sostenibilità: prime fra tutti quelle volte a incentivare un buon equilibrio tra vita lavorativa e personale (work-life balance), favorite recentemente dall’introduzione dello smart working per tutti i dipendenti. A ciò si aggiungono opportunità di crescita continua per i dipendenti, a livello sia nazionale, sia internazionale, coltivando i talenti e investendo sulla crescita determinata dagli scambi tra esperienze diverse. L’attenzione per le persone ha contraddistinto anche la gestione dell’emergenza pandemica: è stato elaborato un piano di sicurezza aziendale, con l’introduzione di precise misure per salvaguardare la salute dei lavoratori, mantenendoli costantemente aggiornati. A ciò si aggiunge un ampliamento delle tutele previste dal welfare aziendale a favore dei dipendenti, con l’inclusione, tra le altre cose, del vaccino anti-influenzale gratuito.
Spingendosi anche al di là delle dinamiche lavorative, in varie occasioni l’azienda ha coinvolto i dipendenti in azioni di solidarietà, coinvolgendo organizzazioni benefiche di varia natura (attività di raccolta fondi, etc.).
Futuro e crescita: quali progetti avete, in particolare in Italia?
Gran Reno, Primark, Le Gru. Questo, in sintesi, il futuro prossimo di Klépierre Italia.
Il progetto di rinnovo e ampliamento di Gran Reno è in fase avanzata: si tratta del primo centro aperto dalla nostra organizzazione in Italia ormai 30 anni fa, che vivrà una nuova vita, con un raddoppio della superficie esistente. Il nuovo layout del centro è stato pensato per renderlo un perfetto spazio per la socialità, con una rinnovata food hall dotata di spazio per concerti, per ospitare, tra le varie iniziative, Tieni il palco, lo storico concorso per musicisti debuttanti. A sorprendere i visitatori sarà inoltre un innovativo roof garden, che ospiterà la rassegna Cinema Gran Reno, organizzata in collaborazione con la cineteca di Bologna, che intrattiene il pubblico della zona tutte le estati fin dal lontano 1999.
Risale allo scorso dicembre la conclusione dell’accordo tra Primark e Klépierre, che porterà all’apertura di 4 negozi in Italia nei centri Gran Reno, Campania, Nave de Vero e Le Gru. Si tratta di un risultato molto importante, che testimonia l’attrattività dei centri del gruppo, e che permetterà ai clienti di beneficiare dell’offerta di un importante brand, leader nel fast fashion, vivendo un’esperienza di shopping variegata e sempre attenta alle novità.
Un altro centro ‘storico’ del gruppo, Le Gru, sarà oggetto di importanti lavori di ristrutturazione e ampliamento.
In relazione al nostro Paese, Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, rispetto alle decisioni prese a livello pubblico, ha detto: “Chiudere nel weekend i centri commerciali è sempre stata una decisione da noi contestata, perché illogica…”.
Non possiamo che confermare le parole di Dona: la decisione delle autorità pare illogica, soprattutto alla luce del grande lavoro di adeguamento alle norme igieniche e di sicurezza fatto da tutti i centri del Gruppo, unitamente a una costante e tempestiva comunicazione alla clientela. Rispetto ai centri storici cittadini, noi possiamo contare su un’organizzazione che permette di effettuare rigidi controlli agli accessi con misurazione della temperatura, e di regolamentare i flussi in entrata e in uscita. Simili procedure sono inattuabili nei centri storici, in cui si riversano ingenti flussi di persone nel fine settimana, ulteriormente accresciuti a seguito della chiusura di un bacino di commercio importante come quello rappresentato dai centri commerciali. L’efficacia delle misure adottate, frutto di un codice di autoregolamentazione elaborato insieme al CNCC – Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, è dimostrata dal fatto che non è stato rilevato alcun focolaio nei nostri centri.
E proprio attraverso la nostra associazione di categoria abbiamo presentato un ricorso al Presidente della Repubblica alla misura che prevede la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana.
Umanità e tecnologia, competitor di prossimità e e-commerce: da dove arriva per voi la sfida più grande in termini di stimolo evolutivo?
Non vediamo la ‘prossimità’ come una sfida, ma come un servizio complementare offerto ai cittadini; potrebbe esserlo per la grande distribuzione, che sta già vivendo un processo di riduzione delle proprie superfici. Per noi la vera sfida è rappresentata dall’e-commerce. Come già detto, lo stimolo evolutivo per i centri oggi consiste nell’integrare i vantaggi dell’e-commerce, che non possono essere ignorati, nella nostra offerta, come nel caso del ‘click and collect’. A questo si aggiunge l’importanza di utilizzare e sfruttare le ‘armi’ del retail, su cui l’e-commerce non può contare: la creazione di una ‘customer experience’ ricca e articolata, composta da servizi, attività, offerta di intrattenimento e culturale.