Sono stati presentati a Base Milano i lavorirealizzati nell’ambito di Dentro le periferie LAB, il progetto di WeWorld sui margini delle città e le persone che li abitano, sostenuto da Fondazione Cariplo. L’evento conclusivo del progetto è stata occasione per scoprire come ragazzi e ragazze vedono i quartieri in cui vivono.
Una nuova geografia della città nello sguardo e nella voce dei giovani
Ricostruire una nuova geografia delle periferie – attraverso un’autonarrazione della vita quotidiana di coloro che lo abitano e vivono tutti i giorni era l’obiettivo principale del progetto, perché solo guardando il quartiere il più possibile da dentro, si riesce a coglierne complessità e pluralità.
In un’epoca in cui le periferie sono spesso ridotte a stereotipi legati a emergenze e violenza, “Dentro le periferie LAB” ha voluto sfidare queste narrazioni semplicistiche. A Milano la gentrificazione sta cambiando il volto dei quartieri, spingendo le comunità storiche ancora più ai margini. In questo contesto, è fondamentale ridare voce a chi abita questi luoghi e costruire una nuova narrazione che ponga al centro le esperienze delle persone che vivono nelle periferie.
Dentro i quartieri di Milano, il racconto dei ragazzi
Grazie al progetto, ragazze e ragazzi di quattro quartieri della periferia di Milano –Giambellino, Barona, San Siro e Ponte Lambro – attraverso una serie di incontri e workshop, hanno potuto esplorare e raccontare, dal loro punto di vista, la vita quotidiana nelle periferie.
Attraverso il laboratorio – articolato in 8 incontri – i partecipanti hanno condiviso le proprie storie, esplorato la fotografia come mezzo espressivo e, sotto la guida dell’artista multidisciplinare MOSA ONE, hanno dato vita a poster che rappresentano la loro visione dei quartieri. Il percorso è iniziato con la condivisione dello sguardo di ragazze e ragazzi sui quartieri attraverso incontri, confronti e discussioni, da cui sono emersi lati positivi e negativi delle varie zone. Nel secondo incontro hanno incontrato il fotografo Alex Majoli, fotoreporter italiano pluripremiato a livello internazionale e noto per i suoi reportage nelle aree di conflitto.
Negli incontri successivi WeWorld – insieme ai partner locali – ha realizzato workshop nei singoli quartieri per raccogliere foto, video e storie, materiali con cui i gruppi hanno poi lavorato insieme all’artista italo-egiziano Mosa One, specializzato in graffiti e poster Art. Nel workshop con l’artista i ragazzi e le ragazze hanno collaborato alla realizzazione di un poster art in forma di collage che rappresenta la loro visione del quartiere e che sono stati presentati in anteprima a Base Milano.
San Siro
Un miscuglio di architettura urbana, natura e luoghi di condivisione e socialità è il ritratto fotografico emerso del quartiere San Siro, il cui simbolo per eccellenza per ragazzi e ragazze è Piazzale Selinunte con la sua torre: fotografato da diverse prospettive è per tutti un luogo dal sapore al contempo dolce e amaro, da un lato la musica e il rap dall’altro la sensazione di paura che provano alcune ragazze.
Barona
Un luogo vivace, verde e in continuo movimento, ma che spesso viene trascurato e lasciato al degrado. È questa l’immagine emersa del quartiere Barona, il cui luogo simbolo per eccellenza per i ragazzi e le ragazze sembra essere la cosiddetta Piazza Depretis, in realtà Piazza Enzo Paci, luogo di ritrovo per tanti e tante giovani. Circondata da edifici scolastici, dalle strutture di Frequenza200 – spazio creato da WeWorld e Onlus Impronta – e il Barrio’s, l’unico centro culturale e di aggregazione per i giovani.
Giambellino
Un quadro vario e colorato, in cui i luoghi simbolo del quartiere – come il tram 14, la Chiesa di San Vito, il centro IRDA, piazza Napoli e i giardini di via Tolstoj con lo skatepark – si confondono con le persone che li animano. I ragazzi e le ragazze al doposcuola e nei campetti, gli educatori e le persone sui tram si affiancano ai palazzi, i negozi, il verde che si insinua tra le costruzioni. Un concentrato di Storia e di storie racchiuse in un quartiere di appena due chilometri e mezzo, che racconta molto più di quello che chiunque passi per la prima volta fra i palazzi di via Giambellino potrebbe mai immaginare. Ragazze e ragazzi sono però tutti concordi sugli aspetti da migliorare, facendo emergere la voglia e il bisogno delle nuove generazioni di prendersi cura della propria zona.
Ponte Lambro
In virtù soprattutto del suo isolamento geografico, Ponte Lambro è uno dei quartieri più periferici di Milano, non ancora travolto dalla gentrificazione. Con le scale malandate, i fili a strisce bianche e rosse a sorreggere il corrimano e la porta di ingresso sempre aperta, il cosiddetto Palazzo della curva è stato il soggetto più fotografato da ragazzi e ragazze del quartiere. Tuttavia, nel poster finale il palazzo è stato trasformato in un contesto vivace, luminoso e gioioso in cui spiccano i colori e il campo da calcio, teatro di epiche partite del progetto No League, che ha permesso a tanti giovani di praticare sport e simbolo della voglia di dare maggiori possibilità ai giovani.