L’emergenza CoVid-19 spinge verso un Paese più ‘smart’

Dal nord al sud del Paese è un appello a rimanere a casa. Le istituzioni scendono in campo e applicano e suggeriscono lo smart working. In ottica di sinergia pubblico e privato si muovono nell’interesse del bene più grande, la salute.  Facciamo di necessità virtù, proviamo a ribaltare la delicata situazione che il Paese sta vivendo e incoraggiamo la rivoluzione dello smart working nella Pa, passando dalla fase di sperimentazione all’ordinarietà”, ha scritto la ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, in un post su Facebook.
“La progressiva digitalizzazione della società contemporanea, le sfide che sorgono a seguito dei cambiamenti sociali e demografici o, come di recente, da situazioni emergenziali rendono necessario un ripensamento generale delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa anche in termini di elasticità e flessibilità, allo scopo di conseguire effetti positivi sul fronte della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti”, ha spiegato la ministra Dadone. A questo scopo la circolare n. 1 del 4 marzo 202 fornisce una serie di chiarimenti circa le modalità di implementazione delle misure normative e sugli strumenti, anche informatici, per incentivare il lavoro agile nel pubblico.

“In questo momento più di mille dipendenti del comune di Milano lavorano in smart working – ha annunciato il sindaco Beppe Sala -. Lo dico a tutti, chiedete alle aziende di lavorare in questa modalità, e alle aziende chiedo comportatevi con flessibilità”. 

Il videomessaggio di Beppe Sala

“Come dicono i medici, lavorare da casa è la miglior soluzione per fermare l’epidemia. Il telelavoro consentirebbe di limitare innanzitutto gli spostamenti di persone e contenere al meglio il Coronavirus e pertanto chi può già oggi farlo, dovrebbe prenderlo seriamente in considerazione, fino alla fine di questa emergenza – ha dichiarato l’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Elena Chiorino -. Anche a tutela delle imprese stesse, che vedrebbero ridurre drasticamente il rischio che un proprio dipendente contragga la malattia”. 

Anche a Napoli il comune ha ampliato la fascia dei dipendenti che possono ricorrere al lavoro agile, procedura già in corso presso l’amministrazione in via sperimentale. La decisione, presa su volontà del sindaco Luigi de Magistris, è stata approvata il 6 marzo scorso con delibera.

Sul fronte degli industriali, Confindustria nella serata dell’8 marzo ha inviato una raccomandazione a tutti i propri associati: “Favorire, in questa fase, la fruizione dei periodi di congedo ordinario o di ferie dei propri dipendenti”. 

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