Silvia Nencioni presidente di Omeoimprese ritratta sorridente
Silvia Nencioni

L’omeopatia cresce nella farmacia degli italiani. Forte l’utilizzo per la prevenzione

Il 98% della popolazione adulta nel nostro Paese (circa 49 milioni di persone) conosce i medicinali omeopatici e due italiani su tre (66%, pari a circa 33 milioni) li hanno acquistati almeno una volta. Nell’ultimo anno sono stati quasi 18.5 milioni di persone (37%) a utilizzarli, un dato in crescita rispetto al passato, con un livello di fiducia che si va consolidando. È ciò che emerge dall’indagine* Scenario e consumatori di Medicinali Omeopatici 2025, realizzata dall’istituto di ricerca Eumetra per Omeoimprese, l’associazione di categoria che riunisce le aziende del comparto in Italia.

“I risultati di questa ricerca mostrano che l’omeopatia rientra sempre più nelle scelte di salute delle famiglie, grazie soprattutto al consiglio competente di medici e farmacisti che ne riconoscono l’opportunità terapeutica” commenta Silvia Nencioni, Presidente di Omeoimprese.

Globalmente, la ricerca ha evidenziato una percezione positiva dell’omeopatia, con alcuni fattori che si rivelano decisivi nel favorire questa scelta terapeutica: il 54% degli italiani riconosce che i medicinali omeopatici sono prodotti naturali, il 42% li ritiene privi di effetti collaterali e controindicazioni, mentre il 33% afferma che possono rafforzare le difese immunitarie.
Tra gli ambiti terapeutici per i quali si ricorre maggiormente all’omeopatia ci sono sintomi influenzali, raffreddore e mal di gola (33%), insonnia e stress (28%), necessità di rafforzare il sistema immunitario (26%), dolori muscolari-articolari (23%), disturbi gastro-intestinali (20%).

Donne alla guida di un utilizzo spesso familiare. Negli acquisti il primato del canale fisico

I principali consumatori di medicinali omeopatici appartengono alla fascia d’età 35-55 anni (72%), risiedono prevalentemente nel Nord-Est e nel Centro Italia. È un target più femminile che maschile (60% vs 40%) trasversale per età e area geografica, che mostra una elevata soddisfazione nell’utilizzo sia individuale, che per i membri della propria famiglia.

Il 92% degli acquirenti continua a preferire il canale fisico delle farmacie e parafarmacie sul territorio per i propri acquisti; tuttavia, l’online ha raggiunto il 21% degli utilizzatori, che ha comprato almeno una volta su internet.

Relativamente al tema dei prezzi, che nella percezione rimangono forse alti,  “notiamo – sottolinea la presidente di Omeoimprese – che quelli degli omeopatici sono un pochino più bassi rispetto a tutti i farmaci di automedicazione, senza contare gli integratori: nella media sono sopra i 17 euro, mentre i medicinali omeopatici sono poco sopra ai 14 euro e l’OTC è a 14,33. È chiaro che all’interno di una media ci sono i farmaci omeopatici che costano meno, intorno ai 6 euro, e quelli che costano di più, anche 30 o 40 euro, ma non è un dato oggettivamente vero che costino di più rispetto agli altri farmaci”.

Un mercato dal potenziale promettente

Un dato particolarmente significativo emerge dal potenziale di crescita del settore omeopatico nel nostro Paese: il 35% degli italiani che non hanno mai acquistato medicinali omeopatici si dichiara comunque favorevole al loro utilizzo.

“L’esistenza di un bacino di utenti potenziali che, pur non avendo mai assunto medicinali omeopatici, è propenso al loro utilizzo, è un dato certamente interessante che indica come il mercato dell’omeopatia possa avere significativi margini di crescita – puntualizza la presidente di Omeoimprese -. Per far sì che sempre più italiani si avvicinino con soddisfazione e fiducia a questo approccio di salute, continueremo come Associazione a sostenere la formazione e la diffusione della conoscenza dell’omeopatia presso i professionisti della salute, punto di riferimento fondamentale per rendere i pazienti consapevoli e informati su questa opportunità terapeutica”.

Questo bacino di utenti potenziali risulta ancora superiore se si guarda a tre cluster individuati dalla ricerca: scettici, fan e neutrali, questi ultimi il 46% del totale.

Prevenzione: chiave di scelta per il 30% degli utilizzatori

Se è evidente l’esistenza di un tema culturale, leggibile anche dalla ricerca “quando c’è una distonia tra il rilevato oggettivo e percepito, così come quando c’è una esposizione di negatività senza prova – sottolinea Silvia Confalonieri, Innovation & Business Development Advisor di Eumetra -, c’è qualcosa che oggi leggo in positivo se guardiamo la percentuale di chi dichiara di utilizzare i farmaci omeopatici per il trattamento preventivo, quasi il 30%, una indicazione importante soprattutto se pensiamo che non esiste farmaco che abbia una penetrazione così importante per la prevenzione”.

“Si tratta di persone che comunque si fidano dell’omeopatia – aggiunge Michele Debernardis, research manager di Eumetra -, per quello che ne sanno. Sono persone che dichiarano di volerne sapere di più, di avere le idee un po’ confuse su questi farmaci, diventa quindi molto importante il tema della comunicazione. E dall’altra parte, un altro elemento positivo di questo segmento è che il canale principale per cui arrivaa questi farmaci, seppur un po’ meno frequentemente rispetto ai Fan, è quello della farmacia: il ruolo del farmacista per questo target è tanto importante quantomeno quanto quello del passaparola”.

Medici e farmacisti, ruoli cruciali per la crescita di fiducia

L’indagine, infatti, mette in luce anche il ruolo cruciale dei professionisti della salute nella diffusione dell’omeopatia. Dai risultati emerge che chi ha acquistato medicinali omeopatici lo ha fatto su prescrizione del proprio medico di medicina generale o pediatra nel 44% dei casi, mentre il consiglio del farmacista al banco è risultato determinante nel 52% degli utilizzatori.

I dati indicano anche la necessità da parte del 31% del campione di saperne di più in merito ai medicinali omeopatici; secondo gli intervistati, nel 54% dei casi il medico di base è il professionista della salute più indicato a fornire queste informazioni; il 40% riconosce questo ruolo al medico esperto in omeopatia, il 34% allo specialista e il 39% al farmacista. Gli italiani si aspetterebbero di ricevere queste informazioni anche dalle strutture sanitarie pubbliche (27%) e dalle autorità sanitarie (26%).

“Come comparto, siamo consapevoli dell’esigenza di informazione sui medicinali omeopatici da parte dei pazienti; la mancanza di indicazioni terapeutiche nelle confezioni e sul foglietto illustrativo delle specialità omeopatiche penalizza fortemente gli italiani che, dopo aver acquistato questi medicinali, si trovano spesso in difficoltà nel reperire le giuste indicazioni su posologia e ambiti di utilizzo – prosegue Nencioni -. Da anni abbiamo un dialogo aperto con le Istituzioni e sono fiduciosa che riusciremo a sbloccare questa anomalia che, fra tutti i Paesi europei, riguarda solo l’Italia”.

Qui sotto una sintesi grafica dei dati della ricerca

*L’indagine ha coinvolto complessivamente oltre 1.400 adulti sopra i 18 anni: sono state effettuate 900 interviste presso un campione rappresentativo della popolazione italiana; è stato inoltre effettuato un sovra-campionamento di altre 500 interviste, con lo scopo di analizzare più nel dettaglio 4 regioni specifiche (Lombardia, Veneto, Toscana e Campania).

Monica Bozzellini
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Oltre 30 anni di esperienza nel mondo del giornalismo e della comunicazione aziendale; da oltre 5 anni è consulente alla comunicazione positiva. Si occupa dello sviluppo della persona attraverso strumenti a mediazione artistica espressiva, come professional counselor a mediazione corporea e teatrale

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