Carmen Ferreri, conosciuta anche semplicemente come ‘Carmen’, si è fatta apprezzare dal grande pubblico grazie al talent show “Amici”, nell’edizione 2017-2018.
In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo Tutte le volte (autori: Pizzi, Ferreri, D’Amico, B-Croma, Arashi; etichetta Beat Sound) la cantante si è raccontata, narrandoci il suo percorso di vita e la sua maturazione artistica che l’hanno portata alla realizzazione di questo nuovo lavoro.
La sua crescita passa attraverso la voglia di mettersi sempre in gioco, di esplorare nuovi territori e opportunità, cambiando più volte città, aprendosi a mondi e culture differenti, pur conservando il forte legame con le proprie radici. Cambiare tanto, ma restando sempre se stessa, con la propria coerenza e i propri obiettivi.
Inoltre, l’artista ci illustra come un’esperienza televisiva, per molti considerata un punto d’arrivo, sia in realtà un punto di partenza della carriera, e quanto sia importante partire col piede giusto, onde evitare di bruciarsi.
Nella carriera di una giovane cantante, i talent possono essere un’arma a doppio taglio: quali sono dal tuo punto di vista i pro e i contro di un’esperienza del genere, e come ha inciso Amici nel tuo percorso di maturazione professionale?
Hai detto bene, sono un’arma a doppio taglio, per cui prima di partecipare a un talent è importante avere alle spalle un grande progetto! Se hai già un album pronto, se hai un solido bagaglio culturale, puoi farti conoscere a 360 gradi, sia come artista che come persona. In sostanza, il consiglio che mi sento di dare a chi vuole partecipare a un talent, è di non andare lì allo sbaraglio, ma di andarci pronti. Praticamente quello che non ho fatto io, per questo parlo per esperienza! (ride).
Ho ascoltato i tuoi album del 2018 e del 2019, e poi il tuo nuovo singolo “Tutte le volte”: la sensazione è stata quella di ascoltare due interpreti differenti e due mondi musicali totalmente diversi.
In realtà sono sempre la stessa, ma ovviamente dal 2017 ad oggi sono cresciuta tanto! E con me è cresciuta la mia musica, la mia voglia di esplorare mondi diversi, cercando dentro me stessa cose nuove… in sostanza, è una mia fase di maturazione, che non si è certo fermata, ma è sempre in continua crescita, come vedrete anche nei miei prossimi brani che usciranno.
La mia percezione (da musicista), è quella di un’interprete che nei suoi primi album era imprigionata in determinati “cliché” musicali, mentre ora, nel suo nuovo singolo, appare come ‘liberata’…
Verissimo! Quando ho realizzato i miei primi due album, subito dopo la trasmissione, ero un po’ condizionata, non tanto per la tipologia di lavoro, ma per le tempistiche da rispettare: dovevamo correre, per cui qualsiasi brano mi venisse proposto, veniva adattato su di me, a volte in maniera forzata, perché, come ho spiegato prima, io non ero ancora pronta!
Fiducia e tempo
Sia chiaro, non rinnego nulla di quello che ho fatto, ed erano comunque brani che mi piacevano, ma capisco che forse non mi rispecchiavano al 100%… ciò che mi è mancato è stato un lavoro di preparazione e scrittura un po’ più elaborato e ricercato, che non è stato possibile, proprio a causa della troppa “frenesia” con cui doveva essere lanciato sul mercato.
Leggendo i crediti, si nota che, mentre i tuoi primi album (più “nazional-popolari”) sono stati prodotti da una major discografica, l’ultimo singolo, musicalmente più raffinato e dal respiro più internazionale, è prodotto da un’etichetta indipendente… forse gli indipendenti osano più delle major?
Bella domanda… non saprei dirti… anche le major osano, investendo a volte in progetti ‘diversi’, ma è ovvio che in un progetto bisogna innanzitutto crederci, e non tutti hanno la lungimiranza di farlo…
Quindi ora hai trovato qualcuno che ci crede davvero?
Sicuramente, anche se a credere nel mio progetto devo essere prima di tutto io! Se poi trovo persone con cui ho grande affinità e sintonia nel modo di vedere le cose, allora si procede con grande armonia, mentre se hai a che fare con persone che sono interessate solo ai numeri, tutto diventa più difficile…
Prendiamo le tre fasi del lavoro di un cantante: un concerto live, una trasmissione televisiva e la registrazione di un disco. Cosa ti dà emotivamente ognuna di queste fasi, e quale preferisci?
Le amo tutte e tre. Si passa dalla costruzione alla comunicazione. Forse la fase più bella è la scrittura di un brano, perché è quella creativa, quella in cui butti dentro tutte le tue emozioni più forti (anche le lacrime!). Quindi, quando poi vai a registrare, il processo creativo si sviluppa ulteriormente nella ricerca del suono giusto con cui “vestire” il brano. Ma al contempo, quando si arriva al live, c’è uno scambio di energie e di emozioni con il pubblico che mi fa sentire viva nel comunicare quello che ho dentro… insomma, è dura scegliere!
In un’epoca caratterizzata da divisioni geografiche, quanto sono state importanti per la tua crescita personale le peculiarità dei luoghi in cui hai vissuto, e le persone che hai incontrato nel tuo percorso, da sud a nord?
Io amo viaggiare, conoscere persone diverse, perché ognuna mi dà qualcosa. Riesco ad assorbire le energie della gente che incontro, anche se non sempre è un bene, perché assorbo anche quelle negative! (ride)
In generale, posso dire che, per quanto ami la mia Terra, mi sono ben presto resa conto che la Sicilia era troppo stretta per me: non avevo i mezzi per fare quello che volevo fare, e tutti erano su…
Alla scoperta del mondo. E di sé
E quindi sei andata a Roma…
A Roma è stato bellissimo: ho fatto Amici, ho incontrato persone fantastiche e grandi musicisti, la mia prima casa discografica era nella Capitale, quindi mi ci sono fermata per più di un anno. Ogni volta che torno a Roma è come tornare a casa, perché tutto per me è nato da lì…
Da più di due anni vivo a Milano, per me una continua scoperta: una città stimolante che mi ha vista cambiare e accrescere ulteriormente la voglia di raggiungere i miei obiettivi.
Ti sei trasferita dalla Sicilia a Milano per la tua carriera musicale, fino a trent’anni fa era una scelta obbligata, perché non esistevano ancora internet e le tecnologie attuali, ma oggi?
Io non vedo differenza tra oggi e trent’anni fa: quello per cui mi batto è che, se sono siciliana, devo poter fare musica dalla Sicilia, mentre chi è campano deve poterlo fare dalla Campania… insomma, ognuno di noi dovrebbe avere il diritto di poter fare musica dalla propria Terra, e non essere obbligato a emigrare al nord perché tutte le multinazionali e le case discografiche sono a Milano!
Eppure è sempre più diffuso il lavoro in remote, e anche le varie fasi di registrazione e produzione di una canzone possono essere effettuate a distanza… quindi cosa ti ha spinto a trasferirti in una città in cui il fermento musicale è decisamente sbiadito, rispetto ai decenni passati?
Come ho appena detto, tutte le multinazionali e le case discografiche sono a Milano, per cui, alla fine, l’artista viene in qualche modo obbligato a emigrare da un sistema che non te lo dice chiaramente, ma velatamente te lo impone. Questo comporta tanti sacrifici e rinunce, che vanno dagli affetti familiari, agli sforzi economici che deve sostenere una persona sola per pagare un affitto e le spese, per poter sopravvivere in una città cara come Milano!
La forza delle radici
Visto il tuo fervore su questo argomento, si direbbe che la tua è una vera e propria missione…
Esatto, voglio fare musica e portare avanti la voce di quei ragazzi che, per poter avere delle chance nella vita, sono dovuti andare via dalla propria Terra: non è giusto, perché al Sud avremmo tante possibilità, se soltanto ci mettessero a disposizione le risorse per valorizzare il nostro potenziale!
Sei molto legata a tua mamma e a tua sorella: che importanza ha la tua famiglia nel tuo percorso musicale?
Da classica ragazza del Sud, ho un rapporto molto viscerale con tutta la mia famiglia, e mia mamma e mia sorella sono i due pilastri fondamentali: mia madre mi aiuta in alcune questioni lavorative, mentre mia sorella è colei che mi ha scoperta, la mia prima “talent scout”.
Quindi è importante per te avere alle spalle il supporto di una famiglia?
Assolutamente sì! È il carburante che nei momenti bui ti dà la forza di andare avanti. Ho vissuto dei momenti difficili proprio dopo il talent, e sono consapevole che senza il supporto della mia famiglia sarebbe stata davvero dura affrontarli e superarli…
Tutte le tue canzoni parlano d’amore: secondo te non è un tema troppo sfruttato nella musica, oppure, in un’epoca in cui c’è tanto odio, parlare d’amore non è mai abbastanza?
Non è mai abbastanza! Ma è anche importante il come si parla d’amore: è vero che è un tema che io affronto in tutte le mie canzoni, ma in modi diversi, perché non canto solo l’amore per un partner, ma anche l’amore per la famiglia, per gli amici, perché io amo amare, e mi piace esprimere ogni sfaccettatura e sfumatura dell’amore, in senso generale e ampio. In fondo, nella musica bastano poche parole, per raggiungere tanti cuori.
Hai mai pensato di cantare anche tematiche sociali o più impegnative?
In verità uno dei miei primissimi brani, dal titolo Terra, è ispirato al terremoto di Amatrice, del 2016, ricollegandosi poi anche alla mia Sicilia, visto che alcune scene del video sono state girate nel ‘Cretto’ di Gibellina, l’opera con cui lo scultore Alberto Burri ha voluto ricordare il terremoto del Belice.
Poi, in merito a ciò di cui abbiamo appena parlato, ti do un’anteprima: prossimamente uscirà anche un mio brano dedicato proprio al problema dei “fuori sede”.
Il tempo terapeutico
Attualmente, diversi cantanti nel pieno della loro carriera (qualcuno ancora giovanissimo) hanno deciso di prendersi una pausa o addirittura di chiudere con la musica. Come te lo spieghi?
Bella domanda… non me la sento di giudicare chi prende una decisione del genere, proprio perché so quanto sia complicato il mondo dello spettacolo (e della musica), e soprattutto quanto possa essere pericoloso per il proprio equilibrio psicofisico. Credo che al primo posto si debba sempre mettere se stessi e la propria salute, anche se questo può comportare delle rinunce a livello professionale.
Secondo te, esplodere in età troppo giovane rende più difficile per un artista gestire emotivamente le pressioni dello showbiz?
Il mondo della musica è tosto, ti impone dei ritmi e delle pressioni non sempre sostenibili, per cui, a volte, prendersi un po’ di tempo per sé è necessario e terapeutico, perché non dobbiamo mai perdere di vista il fatto che un artista lavora con le emozioni: se stai male con te stesso, come puoi comunicare qualcosa di bello? Per comunicare bene devi stare bene.
Carmen lo dice convinta e sorridente, con la consapevolezza di chi ha raggiunto quella serenità che le ha permesso di realizzare la sua nuova canzone, Tutte le volte, che l’artista considera “un inno alla resilienza e alla complessità delle relazioni umane”. E se, come ci ha appena detto, “per comunicare bene, devi stare bene”, ascoltando il suo nuovo brano possiamo affermare che la ‘nuova’ Carmen davvero scoppia di salute.
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Musicista e scrittrice