Il paracadute / Riscoprire Il Padre

Nella nostra epoca, dominata dalla superficie lucida del materialismo e dal riflesso ipnotico del narcisismo, rischiamo di smarrire il senso autentico del padre e della madre. Figure che trascendono la mera biologia e il ruolo sociale, portano in sé un’essenza spirituale profonda e antica che si è lentamente consumata nei secoli.

La madre non è solo corpo che accoglie e nutre la vita nascente, ma è soprattutto spirito che germoglia, essenza che infonde il soffio vitale, il Nefesh che rende possibile la meraviglia della creazione. Nel suo ventre, l’antica sapienza narrava, si compiva un miracolo più spirituale che fisico: la donna donava al figlio la prima scintilla, la forza primordiale che attraversa e anima ogni creatura. Soltanto dopo, attraverso il mistero della trasformazione, l’anima plasmava carne e sangue, permettendo al corpo di manifestare ciò che lo spirito aveva già accolto.

Un equilibrio cosmico

Il padre, dal canto suo, non è semplicemente origine biologica, né rigido patriarca incaricato della trasmissione di norme e valori. È, piuttosto, il complemento necessario di quel legame mistico tra madre e figlio, è l’altra metà di un equilibrio cosmico. Secondo l’antica saggezza dei mistici sufi, nell’anima di ogni bambino devono aprirsi sempre due porte: quella della madre e quella del padre.

La porta della madre è quella dell’amore incondizionato, della cura, della dedizione assoluta. La porta del padre, invece, è quella della poesia, della parola che si fa ritmo, incanto e meraviglia; è il segreto che permette al bambino di leggere il mondo non solo attraverso il sentimento, ma anche attraverso la bellezza, l’ispirazione e l’intuizione.

Amore e poesia

Celebrare la festa del padre significa allora ricordare questa dimensione dimenticata, recuperare il valore perduto della poesia nella vita familiare. Significa comprendere che il padre non è figura distante, autoritaria o marginale, ma colui che, insieme alla madre, permette la pienezza della vita spirituale e interiore del figlio. Significa ricordarci, in tempi sempre più distratti, che senza poesia, l’anima rischia di perdersi; senza il padre, il cammino rischia di restare incompleto.

Ricordiamo dunque, con gratitudine e consapevolezza, che se la madre ci ha donato il miracolo dell’amore, il padre ci ha aperto la porta incantata della poesia. Entrambe sono essenziali affinché, dentro di noi, non si spenga mai la luce che rende umana la nostra esistenza.

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Filosofo, antropologo e ricercatore, conduce da più di 30 anni corsi e seminari.

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