<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?><rss version="2.0" xmlns:content="http://purl.org/rss/1.0/modules/content/" xmlns:wfw="http://wellformedweb.org/CommentAPI/" xmlns:dc="http://purl.org/dc/elements/1.1/" xmlns:atom="http://www.w3.org/2005/Atom" xmlns:sy="http://purl.org/rss/1.0/modules/syndication/" xmlns:slash="http://purl.org/rss/1.0/modules/slash/" > <channel> <title>Giuseppe Conte Archives - Quoziente Humano</title> <atom:link href="https://www.quozientehumano.it/tag/giuseppe-conte/feed/" rel="self" type="application/rss+xml" /> <link>https://www.quozientehumano.it/tag/giuseppe-conte/</link> <description>informazione a impatto positivo</description> <lastBuildDate>Tue, 22 Dec 2020 15:26:07 +0000</lastBuildDate> <language>it-IT</language> <sy:updatePeriod> hourly </sy:updatePeriod> <sy:updateFrequency> 1 </sy:updateFrequency> <image> <url>https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/07/cropped-LOGO-COMPATTO-QH-COLOR-immagine-profilo-32x32.jpg</url> <title>Giuseppe Conte Archives - Quoziente Humano</title> <link>https://www.quozientehumano.it/tag/giuseppe-conte/</link> <width>32</width> <height>32</height> </image> <atom:link rel="hub" href="https://pubsubhubbub.appspot.com"/><atom:link rel="hub" href="https://pubsubhubbub.superfeedr.com"/><atom:link rel="hub" href="https://websubhub.com/hub"/> <item> <title>RESPONSABILITÀ</title> <link>https://www.quozientehumano.it/responsabilita/</link> <dc:creator><![CDATA[Redazione]]></dc:creator> <pubDate>Tue, 22 Dec 2020 15:06:19 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Senza categoria]]></category> <category><![CDATA[Erica Nagel]]></category> <category><![CDATA[responsabilità]]></category> <category><![CDATA[Caroline Yvonne Schaper]]></category> <category><![CDATA[Giuseppe Conte]]></category> <category><![CDATA[leadership]]></category> <category><![CDATA[Guido Stratta]]></category> <guid isPermaLink="false">https://quozientehumano.it/?p=7800</guid> <description><![CDATA[<p>“Essere un leader è per il 95% un tema di responsabilità: nei confronti del proprio ruolo e delle persone che si guidano. Sono molti i compiti da assolvere, pochi i privilegi e tanta la fatica. È essenziale creare un mix di empatia, know-how, esempio”.(Erica Nagel, Chief Marketing & Communication Officer AON) “Dare sostanza concreta a un nuovo umanesimo e intervenire per inserire un riferimento allo sviluppo sostenibile in Costituzione”.(Giuseppe Conte, Presidente del consiglio dei Ministri) “Le skill del futuro? L’attenzione […]</p> <p>The post <a href="https://www.quozientehumano.it/responsabilita/">RESPONSABILITÀ</a> appeared first on <a href="https://www.quozientehumano.it">Quoziente Humano</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p><a href="https://quozientehumano.it/aon-lumanesimo-non-puo-essere-messo-in-discussione/"><strong>“Essere un leader è per il 95% un tema di responsabilità: nei confronti del proprio ruolo e delle persone che si guidano. </strong></a>Sono molti i compiti da assolvere, pochi i privilegi e tanta la fatica. È essenziale creare un mix di empatia, know-how, esempio”.<br>(<strong>Erica Nagel</strong>, Chief Marketing & Communication Officer AON)</p> <p><strong><a href="https://quozientehumano.it/la-sostenibilita-nelle-agende-dei-manager-e-nella-costituzione/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">“Dare sostanza concreta a un nuovo umanesimo e intervenire per inserire un riferimento allo sviluppo sostenibile in Costituzione”.<br></a></strong>(<strong>Giuseppe Conte</strong>, Presidente del consiglio dei Ministri)</p> <div class="wp-block-group"><div class="wp-block-group__inner-container is-layout-flow wp-block-group-is-layout-flow"> <p>“Le skill del futuro? <a href="https://quozientehumano.it/risorse-umane-le-skill-per-ripartire-viste-dallhr/"><strong>L’attenzione all’economia della cura, la capacità di gestire relazioni, la capacità di estrarre il meglio dalle persone per cercare di farle felici di lavorare con gli altri. Vedo una frontiera di generosità manageriale”.</strong></a><br>(<strong>Guido Stratta</strong>, People & Organization Director Enel Group)</p> </div></div> <p> “Il principio femminile sta nel coniugare il mero fine con l’empatia e la sensibilità: creare qualcosa di utile umanamente, eticamente e socialmente, mettersi al servizio dell’umanità. È un modo di vedere il mondo completamente diverso da quello che dominava fino a qualche anno fa (e che ancora esiste). <a href="https://quozientehumano.it/caroline-yvonne-schaper-internet-puo-essere-strumento-per-il-bene-comune/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Bisogna proprio cambiare quel modo di vedere e di vivere ciò che ci circonda</a>”.<br>(<strong>Caroline Yvonne Schaper,</strong> Segretario e Digital Project Manager ADCI)<br><br></p> <p>The post <a href="https://www.quozientehumano.it/responsabilita/">RESPONSABILITÀ</a> appeared first on <a href="https://www.quozientehumano.it">Quoziente Humano</a>.</p> ]]></content:encoded> </item> <item> <title>Distribuzione: cresce la sostenibilità del settore</title> <link>https://www.quozientehumano.it/distribuzione-cresce-la-sostenibilita-nel-bilancio-di-settore/</link> <dc:creator><![CDATA[Redazione]]></dc:creator> <pubDate>Fri, 27 Nov 2020 10:36:56 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Fatti]]></category> <category><![CDATA[QH]]></category> <category><![CDATA[Rassegna Humana]]></category> <category><![CDATA[Teresa Bellanova]]></category> <category><![CDATA[Elena Bonetti]]></category> <category><![CDATA[Stefano Patuanelli]]></category> <category><![CDATA[Terzo settore]]></category> <category><![CDATA[ansa]]></category> <category><![CDATA[ambiente]]></category> <category><![CDATA[Persone]]></category> <category><![CDATA[sociale]]></category> <category><![CDATA[Giuseppe Conte]]></category> <category><![CDATA[Federdistribuzione]]></category> <category><![CDATA[distribuzione]]></category> <category><![CDATA[Bilancio di sostenibilità]]></category> <category><![CDATA[Claudio Gradara]]></category> <guid isPermaLink="false">https://quozientehumano.it/?p=7349</guid> <description><![CDATA[<p>Il bilancio evidenzia un trend di crescita nell’adozione di pratiche sostenibili da parte di tutte le aziende associate alla federazione.</p> <p>The post <a href="https://www.quozientehumano.it/distribuzione-cresce-la-sostenibilita-nel-bilancio-di-settore/">Distribuzione: cresce la sostenibilità del settore</a> appeared first on <a href="https://www.quozientehumano.it">Quoziente Humano</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p>“<strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">La sostenibilità come un modo di fare impresa</span></strong>”. Con queste parole <strong>Claudio Gradara, </strong>Presidente di <strong>Federdistribuzione </strong>ha segnalato il cambio di marcia che negli anni ha caratterizzato l’impegno crescente della Distribuzione Moderna nei confronti della sostenibilità, presentando il Bilancio di sostenibilità di Settore, ieri in diretta sul sito di ansa.it</p> <p>A questo proposito il Bilancio elaborato da <strong>Federdistribuzione</strong> in collaborazione con <strong>Altis</strong> <em>(Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica di Milano)</em> evidenzia un trend di crescita nell’adozione di pratiche sostenibili da parte di tutte le aziende della distribuzione associate alla federazione.</p> <p>L’edizione 2020 ha raccolto le pratiche di sostenibilità delle aziende associate all’interno di 6 macro-aree: <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">filiera responsabile, al servizio delle comunità, impegno per l’ambiente, i dipendenti come risorsa, attenzione al cliente, comunicazione e trasparenza</span></strong>.</p> <p>Il documento ha avuto un’evoluzione metodologica: alla rendicontazione delle iniziative sono stati affiancati anche gli obiettivi di sviluppo sostenibile e le azioni intraprese rispondono a tutti gli obiettivi della agenda 2030.</p> <h4 class="wp-block-heading"><strong>Il Bilancio</strong></h4> <p>A testimonianza dell’incremento di attenzione e dell’impegno ad integrare, ogni anno di più, la sostenibilità nella quotidianità aziendale, l’edizione 2020 si è arricchita con un indicatore unico, un valore riassuntivo del percorso intrapreso dalle imprese. L’indicatore rappresenta la media, per area e per edizione, della percentuale di diffusione tra le aziende delle pratiche comuni analizzate ed evidenzia un costante aumento negli anni: <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">dal 72% nel 2014 al 76% del 2017, fino all’80% del 2020</span></strong>.<br><strong>“</strong>È confermato che le aziende vanno a lavorare su tutte le aree della sostenibilità, nelle strategie e nelle attività quotidiane – ha proseguito Gradara al riguardo -. Un altro aspetto che emerge è che si sta verificando un <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">movimento di sistema</span></strong>, corale: nessuna azienda è lasciata indietro, tutte hanno sviluppato un percorso orientato alla sostenibilità. Anche favorendo fenomeni di contaminazione virtuosa”.</p> <h4 class="wp-block-heading"><strong>Le persone: clienti, dipendenti, fornitori</strong></h4> <p>In netto rialzo l’attenzione verso i dipendenti, veri e propri <em>“ambassador”</em> dei valori di impresa: con il +18% delle<strong> <span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">iniziative orientate alle pari opportunità</span> </strong>e una crescita complessiva delle attività riassunte nell’area <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">“I collaboratori al centro” </span></strong>del 10%.<br>“Le persone sono il principale assett del commercio fisico, il front office verso i clienti e contribuiscono in maniera determinante al successo di una impresa: le persone stabiliscono una relazione con le persone – ha spiegato Gradara – . Noi abbiamo il 90% di personale a tempo indeterminato: il tema del tempo è importante per la creazione di un legame con l’azienda e in questo tempo la possibilità di lavorare sulla persona attraverso <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">la formazione è una leva vincente</span></strong>”.</p> <p>Le aziende hanno incrementato anche l’<strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">attenzione verso i propri clienti</span></strong>, sempre più informati e attenti alle tematiche legate alla sostenibilità, registrando una crescita complessiva dell’area “i clienti nel cuore” dell’8%.</p> <p>La Distribuzione Moderna, inoltre, si conferma in prima linea nei rapporti con i<span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color"> <strong>fornitori</strong>, </span>con un impegno a contribuire al miglioramento della filiera, più responsabile e sostenibile, e con una forte<strong> <span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">attenzione al Made In Italy</span></strong>: selezionando i fornitori con cui condivide i medesimi <span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color"><strong>principi etici</strong>, </span>stabilendo legami solidi e duraturi con le <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">PMI</span> </strong>e valorizzando i prodotti e le <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">eccellenze locali</span></strong>.</p> <h4 class="wp-block-heading"><strong>Le comunità locali</strong></h4> <p>Non manca <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">l’attenzione al territorio e alle comunità locali</span></strong>, con il 100% di aziende che hanno attivato collaborazioni con associazioni ed enti del <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">terzo settore </span></strong>per la redistribuzione di eccedenze alimentari, o con scuole e università per partnership e borse di studio.<br>In questi mesi sono state messe in campo una serie di azioni rilevanti: negozi alimentari sempre aperti; donazioni a istituti sanitari ed enti di ricerca; collaborazione con enti caritativi per la raccolta e donazione gratuita di prodotti o per l’organizzazione del recapito della spesa nelle case; consegna gratuita a domicilio alle categorie di persone più fragili come gli anziani o le persone impossibilitate a lasciare la propria abitazione; la “spesa sospesa”.</p> <h4 class="wp-block-heading"><strong>L’ambiente</strong></h4> <p>L’impegno in termini di sostenibilità ambiental<strong>e</strong> si declina su una doppia direttrice: <span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color"><strong>ridurre gli impatti</strong> </span>diretti e <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">creare consapevolezza </span></strong>all’interno della filiera<strong>.</strong><br>Si tratta di una missione prioritaria per tutte le aziende: il <strong>100%</strong> delle associate ha effettuato investimenti per la riduzione dei consumi energetici e per ottimizzare la gestione dei rifiuti.</p> <h4 class="wp-block-heading">Comunicazione e trasparenza</h4> <p>Uno sprint in avanti si è registrato nell’ambito comunicazione e valore della trasparenza: il 94% delle imprese vanta, infatti, un <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">codice etico</span></strong> e di condotta aziendale e ha implementato <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">strumenti per rendicontare e raccontare la sostenibilità</span></strong>.</p> <p>Un impegno quello del settore riconosciuto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, <strong>Giuseppe Conte</strong>, che in un messaggio di augurio ha ribadito come il Bilancio di Sostenibilità di Settore di Federdistribuzione sia “uno strumento di conoscenza fondamentale sull’importanza della Distribuzione Moderna Organizzata, alimentare e non alimentare e conferma come questo settore si ponga tra i comparti trainanti in tema di sostenibilità e di <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">responsabilità sociale di impresa</span></strong>”.</p> <h4 class="wp-block-heading"><strong>L’unione fa la forza</strong></h4> <p>La presentazione ha visto anche il contributo di alcuni Ministri intervenuti con un messaggio.<br><strong>Elena Bonetti, </strong>Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, ha ricordato il ruolo svolto dalla Distribuzione durante l’emergenza pandemica, quale “cardine nel connettere e mantenere le filiere al servizio delle famiglie e delle comunità, una ricchezza importante per la <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">futura ricostruzione</span></strong> di un nuovo modello economico per il Paese”.</p> <p><strong>Teresa Bellanova</strong>, Ministra per le Politiche Agricole e Forestali<strong> </strong>ha sottolineato come il settore abbia svolto “un ruolo fondamentale con un’ampissima <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">rete di azioni a supporto della filiera</span></strong>, permettendo a tutto il sistema di conservare le proprie abitudini alimentari”. <br><br>“Ha continuato a lavorare dedicandosi alla cura di aspetti che in un frangente di crisi potrebbero sembrare velleitari – ha sottolineato il Ministro per lo Sviluppo Economico<strong> Stefano Patuanelli</strong> – anche se non lo sono affatto perché la <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">sostenibilità </span></strong>rappresenta in ogni settore un cardine imprescindibile per la <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">crescita economica e sociale</span></strong>”.</p> <p>“Il momento ha messo a dura prova il settore, ma è stata anche una prova di responsabilità – ha affermato il presidente Gradara -. La responsabilità è una caratteristica che chi fa impresa deve assumersi. Questo comune sentire si è tradotto anche in una sorta di patto di ferro di <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">collaborazione ai massimi livelli con le altre componenti della filiera </span></strong><span class="has-inline-color has-black-color">– agricoltura e industria alimentare -, </span>che come noi erano impegnate in questa sfida. Credo che di questo rimarrà qualcosa per il futuro, abbiamo imparato che nei momenti difficili paga lo stare insieme”.</p> <h4 class="wp-block-heading"><strong>Il futuro</strong></h4> <p>“È necessario pensare a un futuro che non sia un ripristino del passato e sul quale si innesterà una <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">forte accelerazione grazie alla tecnologia</span></strong> e alle opportunità del digitale – ha aggiunto il presidente di Federdistribuzione -: nel rispetto complessivo dei valori di sostenibilità in modo da consentire crescita nel lungo termine e non distruzione di valore”.<br>“Siamo uno degli anelli della più grande filiera economica nazionale, quella agroalimentare che vale 540 miliardi di euro – ha continuato Gradara -. Agricoltura, industria e distribuzione, anche se a me piace pensare a 4 anelli perché ci sono anche i consumatori e noi siamo la parte di raccordo: il nostro compito è percepire le loro necessità, interpretarle e trasferirle a monte”.<br><br>Inoltre, “è necessario costruire rapporti interno a filiera orientati a uno sviluppo complessivo: o si cresce tutti insieme o diventa un gioco a somma zero”. Serve, dunque, “lavorare insieme per creare valore, ovvero efficientare la filiera nel suo insieme. La forte richiesta deai clienti va in due direzioni: ricerca di <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">qualità e sicurezza del prodotto </span></strong>e dall’altro lato <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">convenienza</span></strong>, richieste apparentemente inconciliabili. Sta a noi della filiera renderlo possibile spiegando il valore che c’è dietro al prodotto e lavorando per aumentare l’efficienza del sistema, così da dare risposta alla richiesta di convenienza economica. Anche per aiutare il prodotto italiano anche a uscire dai confini, competendo con costi sostenibili”.</p> <p>“Alla fine della crisi ci sarà un mondo diverso – chiude Gradara -, servirà un cambiamento socio strutturale alla nostra società, che dava segnali di disfunzione già prima della crisi”.<br>”Sicuramente, <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">la ripartenza si fa sulle persone,</span></strong> centralità delle risorse in un futuro assetto del settore, con grandissima attività di formazione e di potenziamento del know-how diffuso”. Traducendo poi in pratica la sinergia di filiera: “cambiare modalità di relazione, avviare percorsi virtuosi per cui tutti possano avere il loro ruolo e business, creando valore per il cliente finale, obiettivo di tutti noi”.</p> <p></p> <p>The post <a href="https://www.quozientehumano.it/distribuzione-cresce-la-sostenibilita-nel-bilancio-di-settore/">Distribuzione: cresce la sostenibilità del settore</a> appeared first on <a href="https://www.quozientehumano.it">Quoziente Humano</a>.</p> ]]></content:encoded> </item> <item> <title>Siamo pronti per la ricostruzione? Le proposte di Deutsche Bank</title> <link>https://www.quozientehumano.it/siamo-pronti-per-la-ricostruzione-le-proposte-di-deutsche-bank/</link> <dc:creator><![CDATA[Fiorella Cipolletta]]></dc:creator> <pubDate>Wed, 18 Nov 2020 12:26:01 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Fatti]]></category> <category><![CDATA[PRIMO PIANO]]></category> <category><![CDATA[reddito]]></category> <category><![CDATA[Tito Boeri]]></category> <category><![CDATA[smart working]]></category> <category><![CDATA[Starbucks]]></category> <category><![CDATA[Italia]]></category> <category><![CDATA[Under Armour]]></category> <category><![CDATA[lavoratori]]></category> <category><![CDATA[Lululemon]]></category> <category><![CDATA[solidarietà]]></category> <category><![CDATA[McKinsey]]></category> <category><![CDATA[Giuseppe Conte]]></category> <category><![CDATA[David Swensen]]></category> <category><![CDATA[Deutsche Bank]]></category> <category><![CDATA[Debbie Jones]]></category> <category><![CDATA[report]]></category> <category><![CDATA[Luke Templeman]]></category> <category><![CDATA[smart tax]]></category> <category><![CDATA[ricostruzione]]></category> <guid isPermaLink="false">https://quozientehumano.it/?p=7176</guid> <description><![CDATA[<p>L'ultima analisi di Deutsch Bank su come economie, imprese e società dovrebbero ricostruirsi dalla pandemia</p> <p>The post <a href="https://www.quozientehumano.it/siamo-pronti-per-la-ricostruzione-le-proposte-di-deutsche-bank/">Siamo pronti per la ricostruzione? Le proposte di Deutsche Bank</a> appeared first on <a href="https://www.quozientehumano.it">Quoziente Humano</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p><em>Inizia la Ricostruzione. Ma esattamente come? <br>L’ultima analisi di <span class="has-inline-color has-black-color">Deutsche Bank </span>propone idee su come economie, imprese e società dovrebbero ricostruirsi dalla pandemia. Dal cambiamento del modo in cui stimoliamo i mercati del lavoro, all’implementazione delle valute digitali, sino alla tassazione di coloro che lavorano da casa. Un report progettato per innescare dibattiti e confronti per riorganizzarci.</em> <em>“Alcune delle nostre idee possono sembrare radicali</em> – si legge nel report -, <em>ma speriamo che ispirino manager e politici ad uscire da questo tragico periodo e iniziare a Ricostruire”.</em></p> <p>L’ultimo report di <font color="#006799"><span style="caret-color: rgb(0, 103, 153); font-weight: 600;"><u>Deutsch</u></span></font><strong><a href="https://www.db.com/italia/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">e</a></strong><strong><a href="https://www.db.com/italia/" target="_blank" rel="noreferrer noopener"> Bank</a></strong> dal titolo <strong>‘What we must do to rebuild’</strong> prova a lanciare una serie di idee per risollevarci dalla pandemia. Suggerimenti e analisi per mettere in moto la nuova Ricostruzione (qui il <em><a href="https://www.dbresearch.com/PROD/RPS_EN-PROD/PROD0000000000513730/Konzept_%23_19%3A_What_we_must_do_to_rebuild.PDF?&&undefined&realload=8SV5hg0WEmFS9jE9AcX56cS3HfbMDrDY~sZrVc08S2PabvNgaMbJe2MhbhFnAkhouZuJVC/atnzGnNc3IX6OhQ==" target="_blank" rel="noreferrer noopener">report</a></em>). <br>I temi messi sul tavolo vanno dal ruolo della <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">politica</span></strong>, al dibattito sul <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">contributo dell’idrogeno</span></strong> e alla possibilità che diventi il ‘carburante miracoloso’, dal <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">ruolo delle imprese come partner sociali per guidare il cambiamento</span></strong> fino alla <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">proposta di tassare i lavoratori da casa</span></strong>. </p> <p>Quest’ultima idea, venuta al macro strategist Deutsche Bank<span class="has-inline-color has-black-color">, </span><strong>Luke Templeman</strong>, sta facendo molto discutere. L’analista propone una tassa del 5% per coloro che lavorano da casa che starebbero beneficiando di molti privilegi rispetto ai lavoratori costretti ad andare in azienda. Questa forma di solidarietà forzata andrebbe così a finanziare sussidi per i lavoratori a basso reddito che non possono lavorare da remoto. </p> <figure class="wp-block-image size-large"><img fetchpriority="high" decoding="async" width="1024" height="640" src="https://quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/11/Schermata-2020-11-18-alle-07.57.06-1024x640.png" alt="" class="wp-image-7180" srcset="https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/11/Schermata-2020-11-18-alle-07.57.06-1024x640.png 1024w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/11/Schermata-2020-11-18-alle-07.57.06-300x188.png 300w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/11/Schermata-2020-11-18-alle-07.57.06-770x481.png 770w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/11/Schermata-2020-11-18-alle-07.57.06-293x183.png 293w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/11/Schermata-2020-11-18-alle-07.57.06-1400x875.png 1400w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/11/Schermata-2020-11-18-alle-07.57.06.png 1440w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /></figure> <p>“Una tassa sui WFH non si limiterebbe a sovvenzionare solo le imprese che non hanno futuro nel lungo termine quanto a sostenere tutti coloro che sono stati improvvisamente ricollocati con diverse mansioni accettando così lavori poco pagati. Da un punto di vista personale ed economico – sottolinea Templeman – , è logico che a queste persone venga data una mano. E ha anche senso riconoscere che sono i lavoratori essenziali quelli che assumono il rischio di ammalarsi di covid per bassi salari. Coloro che possono permettersi di ‘disconnetersi dall’economia delle relazioni faccia a faccia glielo deve”. Templeam aggiunge poi:<br><br><strong>“Le persone che possono lavorare da casa e disconnettersi da una società che richiede il contatto personale hanno guadagnato molti benefici durante la pandemia. Una tassa del 5% per ogni giorno di lavoro da casa non peggiorerebbe le condizioni del lavoratore medio rispetto a lavorare in ufficio”.</strong></p> <p>Inoltre, secondo l’analisi di Templeman, coloro che lavorano da casa risparmierebbero su spese dirette come spostamenti, pause pranzo, abiti e pulizia e sulle spese indirette, come quelle legate alla socializzazione, in cui si sarebbe incorsi in ufficio, andando a impattare meno sull’economia, pur ricevendone i benefici. <br>I benefit dei lavoratori da casa, secondo la banca tedesca, sarebbero una maggiore sicurezza del lavoro, comodità e flessibilità. Templeman ha anche dichiarato:</p> <p><strong>“Lavorare da casa farà parte della ‘Nuova Normalità’ anche dopo che la pandemia sarà passata. Noi sosteniamo che i lavoratori a distanza dovrebbero pagare una tassa per il privilegio”.</strong></p> <p>Secondo le stime di Deutsche Bank la smart tax permetterebbe di raccogliere 49 miliardi di dollari all’anno negli Stati Uniti, 20 miliardi di euro in Germania, 7 miliardi di sterline nel Regno Unito. Ipotizzando che venga applicata a redditi medio alti, DB stima 10 dollari al giorno negli USA su redditi di 55 mila dollari; 7,5 euro in Germania per un reddito pari a 40 mila euro; e 7 sterline per i lavoratori UK che guadagnano 35 mila sterline.</p> <p>La proposta di Templeman precisa che la smart tax non si applicherebbe in periodi, come l’attuale, nei quali siano i governi a chiedere o a imporre ai lavoratori e alle aziende di svolgere il telelavoro, ma solo in condizioni “normali”, laddove l’opzione fosse volontaria.<br>L’obiettivo della tassa, secondo l’analista, sarebbe una <span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color"><strong>più equa redistribuzione del reddito</strong>.</span></p> <h4 class="wp-block-heading"><strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">L’Italia che lavora da casa </span></strong></h4> <p>Nel 2019<strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color"> in Italia </span></strong>i lavoratori in <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">smart working</span></strong> erano solo il 3% e le stime prevedono che<strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color"> nel 2021 si arriverà al 16%, pari a 3 milioni di occupati.</span></strong> Nel periodo culmine dell’epidemia ha interessato una platea di 4,5 milioni di persone e continuerà ad essere una pratica molto diffusa. Secondo il <em>Sole 24 Ore</em> se l’imposta proposta da DB venisse applicata in Italia, al di fuori dell’emergenza pandemica, si potrebbe stimare un incasso pari a circa 4 miliardi di euro.</p> <p>Sempre secondo i calcoli del quotidiano di Confindustria “L’importo deriverebbe assumendo la previsione che nel 2021 il 16% dei lavoratori, pari a 3 milioni di occupati, potrebbe stabilmente lavorare da casa (era il 3% nel 2019), e un reddito medio lordo annuo pari a 28.000 euro (contro i 25.000 euro di coloro che devono lavorare in presenza). L’entrata erariale potrebbe aumentare se considerassimo i 2,3 milioni di lavoratori stimati che potrebbero lavorare da remoto per una parte della settimana (in media 2,7 giorni)”. </p> <p>Viene spontaneo chiedersi se, considerato i redditi dei lavoratori italiani in smart working molto distanti da quelli dei cugini europei, non sarebbe più opportuno <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">un patto tra lavoratore, azienda e istituzioni per portare avanti la solidarietà</span></strong>.</p> <h4 class="wp-block-heading"><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">Ma lo smart working in Italia da chi viene fatto? </span></h4> <p>Da uno studio curato dall’<strong>INAPP</strong>, Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, emerge che attualmente in nel nostro Paese per come è praticato, il lavoro agile tende ad avvantaggiare i lavoratori con un reddito alto, in prevalenza uomini, accentuando così le disuguaglianze sociali (<a href="https://quozientehumano.it/disuguaglianze-ed-effetti-collaterali-del-lavoro-agile-lo-studio-inapp/" target="_blank" rel="noreferrer noopener"><strong>vedi notizia</strong></a>) . Inoltre hanno una maggiore attitudine allo smart working coloro che lavorano nel settore pubblico.</p> <p>Il problema di parità di salario tra PA e privato era già stato affrontato durante il Festival dell’Economia di Trento di quest’anno l’economista ed ex presidente dell’Inps, <strong>Tito Boeri</strong>, dialogando con il premier <strong>Giuseppe Conte</strong>, aveva proposto invece di inserire la Cig anche per i dipendenti pubblici: “Perché non pensare a una Cig anche nella pubblica amministrazione, così da fare in modo che ci sia parità di trattamento fra dipendente pubblico e privato”.</p> <h4 class="wp-block-heading"><strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">Il potere delle aziende </span></strong></h4> <p>Lo studio di <strong>Deutsche Bank</strong> sulla ricostruzione mette sotto i riflettori l’importanza delle aziende come partner sociali: <strong>“Le aziende non dovrebbero ignorare di avere la capacità di guidare il cambiamento in vista della prossima crisi finanziaria (e sociale)”</strong></p> <h4 class="wp-block-heading"><strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">L’impatto della disuguaglianza e la risposta aziendale</span></strong></h4> <p>L’impatto della pandemia fornisce prove tangibili per questa generazione che la disuguaglianza può esacerbare e prolungare una crisi finanziaria. Le statistiche e le stime mostrano che sono proprio le donne le più colpite. Il target femminile rappresenta più della metà delle perdite totali di posti di lavoro dovute alla pandemia, nonostante rappresentino circa i due quinti della forza lavoro globale.<br>La perdita di lavoro durante la pandemia ha registrato un impatto sproporzionato sui poveri e su tutto l’indotto dato dal lavoro in nero, anche quello che piaccia o meno fa parte dell’economia. <br>“Non ci si può aspettare che le aziende risolvano problemi come la disuguaglianza da sole – sostiene l’analista di Deutsch Bank<strong> Debbie Jones</strong> -. Hanno però le leve per guidare il miglioramento”. </p> <h4 class="wp-block-heading"><br><strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">Cosa possono fare le aziende?</span></strong></h4> <p><br>Oltre a fissare obiettivi per il cambiamento, le aziende <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">devono essere responsabili</span></strong>. <br>Il modo migliore per farlo è collegare i loro obiettivi e impegni aziendali alla retribuzione manageriale ed esecutiva. Ciò include iniziative per <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">migliorare la diversità e l’inclusione, la parità salariale, la salute e il benessere, la sicurezza e la sensibilizzazione della comunità</span></strong>. I team di gestione disposti ad affrontare questioni sociali rilevanti non solo sosterranno un’economia più sana, ma creeranno anche aziende più forti e resilienti.<br>Il <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">bilancio di sostenibilità</span></strong>, la cui redazione è diventata obbligatoria per alcune aziende, è il chiaro segno che alle imprese viene chiesto di agire responsabilmente in modo da incidere positivamente sulla società e sull’ambiente.</p> <p>Jones propone che per far sì che le società si assumano maggiori responsabilità per il mondo che le circonda, debbano diventare più attraenti per gli investitori, e a noi di <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">Quoziente Humano</span></strong> viene da dire anche per i consumatori. </p> <h4 class="wp-block-heading"><strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">Il primo passo: dialogo e divulgazione</span></strong></h4> <p>Affinché le aziende possano migliorare le metriche sociali, devono prima raccogliere i dati rilevanti e il feedback dai dipendenti per creare una linea di base. Un dialogo che metta al centro le persone sia come lavoratori sia come individui. La ricercatrice sottolinea l’importanza di un dialogo tramutato in dati. “Dovrebbero essere divulgate statistiche aggregate e dovrebbero essere introdotti obiettivi misurabili. Sfortunatamente, molte società quotate in borsa attualmente non divulgano dati sociali, soprattutto a livello di dipendenti”. <br>E aggiunge: “Per essere onesti, in alcuni Paesi europei, le restrizioni all’ottenimento e al trattamento delle informazioni sui dipendenti rendono difficile la raccolta dei dati. Al contrario, le autorità di regolamentazione degli Stati Uniti richiedono alla maggior parte delle aziende di monitorare i dati sulla salute e la sicurezza e le statistiche demografiche dei dipendenti, comprese quelle relative alla diversità. I risultati sono aggregati per settore e sono disponibili sull’US Bureau of Labor Statistics. Oggi, la SEC ritiene che queste metriche non siano rilevanti per la rendicontazione finanziaria, quindi spesso non sono rese disponibili dalla società”.</p> <p>Nel complesso, la portata delle segnalazioni è scarsa. Infatti, quasi tre quarti delle aziende scelgono di non divulgare i dati sulla diversità mentre il 61% non rivela pubblicamente i dati di genere. Le società europee potrebbero essere leggermente migliori nelle pratiche di divulgazione, ma nel Regno Unito, il <strong>Financial Reporting Council</strong> afferma che solo il 14% delle società FTSE 100 e il 2% delle società FTSE 250 hanno obiettivi di etnia misurabili.</p> <h4 class="wp-block-heading"><strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">Passiamo ad alcune buone notizie</span></strong></h4> <p>Alcune aziende però stanno agendo. Ciò è particolarmente vero per le aziende che si confrontano con i consumatori che tentano di affrontare la disuguaglianza sociale evidenziata sia dalla pandemia che dal Black Lives Matter. Molti stanno fornendo formazione sulla diversità e programmi di tutoraggio, enfatizzando gli sforzi di sensibilizzazione della comunità, cambiando le pratiche di assunzione e stabilendo chiari obiettivi di diversità e inclusione per dipendenti e consigli.</p> <p>Un esempio è <strong><a href="https://www.starbucks.com" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Starbucks</a></strong>. Dopo aver ricevuto contraccolpi sulla sua diversità, l’operatore della catena del caffè ha annunciato l’obiettivo di raggiungere una rappresentanza nera, autoctona e non bianca di almeno il 30% a tutti i livelli aziendali e almeno del 40% a tutti i piani di vendita al dettaglio e di produzione entro il 2025. Con questi nuovi obiettivi, l’azienda si impegna a collegare i suoi obiettivi più ampi alla retribuzione dei dirigenti al fine di aumentare la responsabilità. Si noti che Starbucks riporta una parità salariale al cento per cento.</p> <p>Un altro esempio è <strong><a href="https://about.underarmour.com/about" target="_blank" rel="noreferrer noopener" title="https://about.underarmour.com/about">Under Armour</a></strong>. A maggio di quest’anno, il marchio di abbigliamento ha annunciato, oltre a un impegno esistente di avere 30% dei ruoli di amministratore e superiori occupati da membri neri, indigeni e non bianchi, la società si è ora impegnata a un obiettivo più specifico di coprire il 12% di quei ruoli con talenti neri entro il 2023. Queste percentuali ora si applicano anche ai membri il team esecutivo. </p> <p>Un terzo esempio è <strong><a href="https://www.eu.lululemon.com/en-lu/home?CID=Google_ROW_SRCH_Brand_Pure&gclid=Cj0KCQiAqdP9BRDVARIsAGSZ8Ak0tF31EOEB-iCa-tQTS_x0cfFCYA7KYv8Nl4bVoq17yLywCRQmW_8aAs0TEALw_wcB&gclsrc=aw.ds" target="_blank" rel="noreferrer noopener" title="https://www.eu.lululemon.com/en-lu/home?CID=Google_ROW_SRCH_Brand_Pure&gclid=Cj0KCQiAqdP9BRDVARIsAGSZ8Ak0tF31EOEB-iCa-tQTS_x0cfFCYA7KYv8Nl4bVoq17yLywCRQmW_8aAs0TEALw_wcB&gclsrc=aw.ds">Lululemon</a></strong>. In ottobre ha annunciato obiettivi di diversità mirati e ha rivelato che investirà 75 milioni di dollari in programmi di benessere azionario. Inoltre, ha ampliato l’equità salariale di genere all’equità retributiva piena per tutti i dipendenti.</p> <h4 class="wp-block-heading"><strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">Le aziende dovranno dimostrare di essere un forte partner sociale</span></strong></h4> <p>Una semplice ricerca su Google fornisce una pletora di dati disponibili prima della pandemia che supporta i vantaggi della diversità all’interno di un’organizzazione.<strong> McKinsey </strong>ha dimostrato in uno studio che le <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">società che discriminano </span></strong><span class="has-inline-color has-black-color">per sesso</span>, etnia e razza hanno statisticamente <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">meno probabilità di ottenere rendimenti finanziari superiori alla media</span></strong> rispetto alle società che includono e sono socialmente responsabili. La conclusione è che il potenziale per le aziende meno diversificate è limitato. </p> <p> Una volta usciti dalla pandemia secondo Jones, ci saranno ulteriori ostacoli per le organizzazioni che non si sforzano di affrontare la disuguaglianza sociale. <br>A ottobre, David Swensen, investitore americano, gestore di fondi e filantropo, ha ricordato alle società di investimento che saranno misurate sui progressi verso l’aumento della diversità del personale addetto agli investimenti. Il messaggio era: avete bisogno di assumere più donne e minoranze o potreste essere esclusi dalla gestione del denaro. </p> <p>“Si potrebbe pensare che la crescente pressione sulle aziende manifatturiere per essere sostenibili provenga da investitori attenti alla sostenibilità – chiosa Debbie Jones -. Ma se poni la domanda alle aziende ti risponderanno che la vera pressione proviene dai clienti e dai consumatori. Se gli obiettivi ambientali sono importanti per un’azienda di consumatori, diventa importante per il loro fornitore”. </p> <h4 class="wp-block-heading"><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color"><strong>Aumentare la rappresentanza richiede tempo. È</strong> <strong>meglio iniziare adesso</strong></span></h4> <p>“Tra gli oltre 15 analisti finanziari delle varie società di ricerca che coprono le scorte di carta e imballaggi, sono l’unica donna – sottolinea Jones -. È stato così per la maggior parte della mia carriera: agli eventi del settore e poi di nuovo dopo aver avuto un figlio. Sono stata una delle fortunate. Ho avuto forti mentori femminili (e maschi) e colleghi di supporto lungo la strada”.<br>E continua: “Durante la mia carriera ho visto donne passare a ruoli manageriali ed esecutivi, ma il ritmo è stato lento. La diversità nella sala del consiglio si è mossa a un ritmo più veloce. A differenza di altre metriche sociali, questo numero di donne nel consiglio di amministrazione è generalmente divulgato da società quotate in borsa. <br>Le aziende possono fare uno sforzo costante per assumere dipendenti che contribuiscono alla diversità, ma al fine di <strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">trattenere i talenti</span></strong> e con l’obiettivo di creare un’<strong><span class="has-inline-color has-luminous-vivid-amber-color">organizzazione inclusiva</span></strong>. <br>È molto probabile che le aziende e organizzazioni che non sono inclusive avranno risultati negativi. Le aziende più resilienti sono consapevoli del loro contributo sociale e affrontano le carenze, che fa anche parte del loro ruolo nel rafforzare le economie.</p> <p>The post <a href="https://www.quozientehumano.it/siamo-pronti-per-la-ricostruzione-le-proposte-di-deutsche-bank/">Siamo pronti per la ricostruzione? Le proposte di Deutsche Bank</a> appeared first on <a href="https://www.quozientehumano.it">Quoziente Humano</a>.</p> ]]></content:encoded> </item> <item> <title>La sostenibilità nelle agende dei manager. E nella Costituzione</title> <link>https://www.quozientehumano.it/la-sostenibilita-nelle-agende-dei-manager-e-nella-costituzione/</link> <dc:creator><![CDATA[Fiorella Cipolletta]]></dc:creator> <pubDate>Wed, 30 Sep 2020 14:50:50 +0000</pubDate> <category><![CDATA[Visioni]]></category> <category><![CDATA[PRIMO PIANO]]></category> <category><![CDATA[sostenibilità]]></category> <category><![CDATA[Tecnologia]]></category> <category><![CDATA[sviluppo sostenibile]]></category> <category><![CDATA[Giuseppe Conte]]></category> <category><![CDATA[Innocenzo Cipolletta]]></category> <category><![CDATA[Elena Flor]]></category> <category><![CDATA[Domenico Favuzzi]]></category> <guid isPermaLink="false">https://quozientehumano.it/?p=6492</guid> <description><![CDATA[<p>Dal Salone della CSR di Milano al Festival dell'Economia Civile di Campi Bisenzio, un tema unico: aziende e sviluppo sostenibile</p> <p>The post <a href="https://www.quozientehumano.it/la-sostenibilita-nelle-agende-dei-manager-e-nella-costituzione/">La sostenibilità nelle agende dei manager. E nella Costituzione</a> appeared first on <a href="https://www.quozientehumano.it">Quoziente Humano</a>.</p> ]]></description> <content:encoded><![CDATA[ <p>Quattro appuntamenti, un tema ricorrente: responsabilità sociale di impresa e sviluppo sostenibile.<br>Dal <a href="https://salonecsr2020.it/authentication/?back=">Salone della CSR</a> a Milano al <a href="https://festivalsvilupposostenibile.it/2020">Festival (diffuso) dello Sviluppo Sostenibile </a>di Asvis, dal <a href="https://2020.festivaleconomia.eu/">Festival dell’Economia di Trento </a>a quello dell’<a href="https://www.festivaleconomiacivile.it/">Economia Civile di Firenze</a>, la penisola è stata attraversata da spunti, stimoli, riflessioni, spinte verso una società più sostenibile.<br>Tra tutte, la voce del Presidente del Consiglio <strong>Giuseppe Conte</strong>, che dal palco dell’evento fiorentino ha esortato a “dare sostanza concreta a un nuovo umanesimo” e a “intervenire per inserire un riferimento allo sviluppo sostenibile in Costituzione”.</p> <h3 class="wp-block-heading">CSR chiave di volta per la crescita</h3> <p>Nel 1950 Milton Friedman indicava nella massimizzazione dei profitti l’unica responsabilità sociale. Da allora la maggior parte delle imprese si è evoluta, adottando un comportamento socialmente responsabile, che valuta e risponde alle aspettative economiche, ambientali e sociali di tutti i portatori d’interesse, anche con l’obiettivo di conseguire un vantaggio competitivo. Prospettiva dettata anche dal Green Deal europeo, che pone al centro le problematiche climatiche e le sfide ambientali, che debbono trasformarsi in opportunità in tutti i settori politici così da rendere la transizione equa e inclusiva per tutti</p> <p>La responsabilità sociale d’impresa è entrata formalmente nell’agenda dei manager e della politica come chiave di volta per la crescita.<br>Le persone e le problematiche legate all’mbiente trainano la ripresa. <br>L’impresa dei giorni nostri è sempre più un soggetto ‘self-interested’, una comunità di persone, nelle relazioni, nelle funzioni, la cui missione è garantire l’esistenza stessa di questa comunità. <br>Al Festival dell’Economia di Trento un dibattito, moderato dal giornalista <strong>Massimo Gaggi</strong>, ha visto a confronto Stefano Pogutz (Ricercatore, Dipartimento di Managemet e Tecnologia, Università Bocconi di Milano), Innocenzo Cipolletta, intervenuto in qualità di Presidente ASSONIME (l’associazione fra le società italiane per azioni. Si occupa dello studio e della trattazione dei problemi che riguardano gli interessi e lo sviluppo dell’economia italiana) e di AIFI (l’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), Elena Flor, Head of Corporate Social Responsibility Intesa Sanpaolo e Domenico Favuzzi – Presidente e Amministratore delegato di Exprivia. </p> <h3 class="wp-block-heading">Il ruolo di stakeholder, consumatori e Ong</h3> <p><strong>Stefano Pogutz </strong>ha posto l’accento sul concetto di Corporate Sustainability che si muove all’interno degli organismi economici, e quindi anche delle imprese, prendendo a prestito dalle scienze ecologiche parametri come la resilienza, l’adattabilità e la sostenibilità.<br>Oggi la prospettiva della Corporate Sustainability è sistemica, ancorata nell’economia dello sviluppo e delle scienze ecologiche. L’agenda politica e l’agenda competitiva delle imprese ha fatto proprie le nuove sfide portandole nei processi decisionali. <br>Temi sociali e ambientali, così come il clima e la transazione energetica, diventano parte integrante delle strategie di business, sempre più spesso al centro dello sviluppo di modelli innovativi e di successo. Questi temi sono intercettati nell’Agenda 2030 dell’Onu e diventano sempre più spesso parte del linguaggio di manager come Francesco Starace, a.d. Enel Group e Andrea Illy. Manager che sono in grado di dirottare le imprese verso nuove prospettive. Perché oggi le aziende affrontano queste sfide? <br>Pogutz individua tre elementi portatori del cambiamento. Gli stakeholder e i policy maker che esercitano pressione, i consumatori e i clienti delle imprese che negli ultimi anni hanno sviluppato maggiore sensibilità alle tematiche ambientali, e infine le Ong. Quest’ultime lavorano a stretto contatto con le imprese in una condivisione di conoscenze e unità di intenti. Tutto questo perché a certe condizioni paga essere sostenibili: aumentano le opportunità, si rafforza la reputazione, le aziende attirano giovani talenti e migliorano l’efficienza dei processi, con riduzione di sprechi e costi, guadagnando l’attenzione del mondo finanziari più incline verso le imprese che dimostrano una migliore gestione del rischio climatico.</p> <figure class="wp-block-image size-large"><img decoding="async" width="1024" height="683" src="https://quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Stefano-Pogutz-1024x683.jpg" alt="" class="wp-image-6495" srcset="https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Stefano-Pogutz-1024x683.jpg 1024w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Stefano-Pogutz-300x200.jpg 300w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Stefano-Pogutz-770x513.jpg 770w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Stefano-Pogutz-1536x1024.jpg 1536w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Stefano-Pogutz-2048x1365.jpg 2048w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Stefano-Pogutz-370x247.jpg 370w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Stefano-Pogutz-1155x770.jpg 1155w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Stefano-Pogutz-293x195.jpg 293w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Stefano-Pogutz-1400x933.jpg 1400w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /><figcaption>Stefano Pogutz – foto di Nicola ECCHER</figcaption></figure> <h3 class="wp-block-heading">Misurare la sostenibilità delle imprese</h3> <p><strong>Innocenzo Cipolletta </strong>ha puntato i riflettori sugli standard di misurazione della sostenibilità delle imprese. Dal 2021 – ha spiegato – tutte le società quotate in borsa hanno l’obbligo di presentare, accanto al bilancio finanziario, anche un rapporto “non finanziario” di sostenibilità. Ciò porterà ad una revisione del codice di comportamento che terrà conto del successo sostenibile nel lungo periodo dell’azienda. Se in passato le imprese contendibili erano quelle di maggior successo poiché adottavano un’approccio short termism, una visione a breve periodo con obiettivi di massimo profitto, questo modello oggi risulta poco vincente. Le ultime analisi dimostrano che le aziende che non sono contendibili sono quelle che hanno maggiore successo rispetto a quelle contendibili, ovvero le imprese familiari che nel nostro Paese sono la maggioranza. Una piccola rivoluzione che condurrà a un processo di convergenza su vari approcci, inclusa la capacità di dialogo con la clientela, gli investitori e la politica.<br>Se le grandi imprese quotate sapranno adottare un comportamento di sostenibilità, questo a cascata si ripercuoterà sui fornitori e sul mondo della finanza. E poi le nuove generazioni e la comunità stessa. Tuttavia la convergenza di questi nuovi standard non potrà avvenire in un istante, ma servirà tempo per la standardizzazione e per la misurazione di un nuovo valore dell’impresa. Uno sguardo verso la sostenibilità sociale anche con percorsi innovativi. </p> <figure class="wp-block-image size-large"><img decoding="async" width="1024" height="683" src="https://quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Cipolletta-e-Massimo-Gaggi-1024x683.jpg" alt="" class="wp-image-6496" srcset="https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Cipolletta-e-Massimo-Gaggi-1024x683.jpg 1024w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Cipolletta-e-Massimo-Gaggi-300x200.jpg 300w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Cipolletta-e-Massimo-Gaggi-770x513.jpg 770w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Cipolletta-e-Massimo-Gaggi-1536x1024.jpg 1536w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Cipolletta-e-Massimo-Gaggi-2048x1365.jpg 2048w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Cipolletta-e-Massimo-Gaggi-370x247.jpg 370w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Cipolletta-e-Massimo-Gaggi-1155x770.jpg 1155w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Cipolletta-e-Massimo-Gaggi-293x195.jpg 293w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Cipolletta-e-Massimo-Gaggi-1400x933.jpg 1400w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /><figcaption> Innocenzo Cipolletta e il giornalista Massimo Gaggi – foto di Nicola ECCHER</figcaption></figure> <h3 class="wp-block-heading">Aziende per il bene comune</h3> <p><strong>Elena Flor</strong> ha dichiarato che le conseguenze della pandemia hanno reso ancora più evidente il significato che può assumere il ruolo di un’azienda privata a sostegno del bene comune. I dati dimostrano che nel medio lungo termine le aziende virtuose in termini di ESG hanno delle performance migliori e hanno un profilo di rischio più contenuto.<br>Il contributo di Intesa Sanpaolo ad una crescita sostenibile e inclusiva si esprime sia con programmi strategici di lungo periodo, sia con interventi puntuali e tempestivi come la donazione di 100 milioni alla sanità italiana durante l’emergenza Covid. La Dichiarazione consolidata non finanziaria, di cui tra pochi giorni pubblicheremo l’edizione semestrale redatta a titolo volontario, è uno dei documenti con cui diamo conto di questo impegno. Disegna un ritratto del Gruppo che accompagna e correda i risultati finanziari e che sottolinea la nostra attenzione ai temi di sostenibilità ESG (l’engagement sugli aspetti ambientali, sociali e di governance).</p> <figure class="wp-block-image size-large"><img loading="lazy" decoding="async" width="1024" height="683" src="https://quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Elena-Flor-1024x683.jpg" alt="" class="wp-image-6497" srcset="https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Elena-Flor-1024x683.jpg 1024w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Elena-Flor-300x200.jpg 300w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Elena-Flor-770x513.jpg 770w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Elena-Flor-1536x1024.jpg 1536w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Elena-Flor-2048x1365.jpg 2048w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Elena-Flor-370x247.jpg 370w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Elena-Flor-1155x770.jpg 1155w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Elena-Flor-293x195.jpg 293w, https://www.quozientehumano.it/wp-content/uploads/2020/09/Elena-Flor-1400x933.jpg 1400w" sizes="(max-width: 1024px) 100vw, 1024px" /><figcaption>Innocenzo Cipolletta, Massimo Gaggi, Elena Flor (in videoconferenza) – foto di Nicola ECCHER</figcaption></figure> <h3 class="wp-block-heading">Tecnologia strategica</h3> <p>Per <strong>Domenico Favuzzi</strong> la tecnologia è assolutamente a vantaggio della sostenibilità. Con una rapidità di evoluzione esponenziale, propria delle tecnologie. Su tutti la sanità digitale e la telemedicina, esplosa durante la fase di emergenza da Covid, ma anche la transazione energetica e l’espansione dell’elettrico e delle altre fonti rinnovabili, l’agricoltura di precisione, la robotica industriale a supporto della catena di fornitura e della riduzione di sprechi. I dispositivi IoT in questi ambiti di applicazione non vanno solo a vantaggio di una ottimizzazione di costi/benefici/energia, ma ottimizzano i processi grazie all’enorme quantità di dati raccolta. Anche la stessa tecnologia applicata allo smartworking, dopo una prima fase di adattamento, si sposterà sempre più su sulla qualità del lavoro da remoto. L’imprenditore che saprà cogliere questi vantaggi, avrà allora capito come impostare una strategia di sostenibilità ambientale a lungo termine e saprà continuare a generare valore, anche in periodi di emergenza com’è quello attuale.</p> <p></p> <p>The post <a href="https://www.quozientehumano.it/la-sostenibilita-nelle-agende-dei-manager-e-nella-costituzione/">La sostenibilità nelle agende dei manager. E nella Costituzione</a> appeared first on <a href="https://www.quozientehumano.it">Quoziente Humano</a>.</p> ]]></content:encoded> </item> </channel> </rss>