In media circa il 90% delle persone intervistate in 28 paesi ritiene che avere un Trattato globale sulla plastica sia importante per affrontare efficacemente la crisi dell’inquinamento da plastica; inoltre, l’85% desidera che produttori e rivenditori siano ritenuti responsabili del fine vita degli imballaggi in plastica. L’opinione degli italiani intervistati è tra le top ten: siamo al 6’ posto con una percentuale del 94% degli intervistati a favore del trattato.
Lo rivelano il WWF e la Plastic Free Foundation che hanno commissionato all’Ipsos un’indagine su oltre 20.000 cittadini tra i 17 e i 74 anni intervistati a fine 2021: si tratta del primo sondaggio completo e globale sulla necessità di un trattato per affrontare l’inquinamento da plastica.
I risultati rendono evidente una schiacciante richiesta pubblica per un’azione ambiziosa e coordinata. Resta l’incognita su quanto questo forte sostegno pubblico globale si tradurrà nell’adozione di un Trattato globale efficace e giuridicamente vincolante: al momento sono oltre 150 gli stati membri delle Nazioni Unite che hanno formalmente chiesto un Trattato, ma a meno che questi appelli non siano seguiti dalla decisione di istituire un trattato di ampia portata che affronti tutto il ciclo di vita della plastica, non potremo risolvere la crisi dell’inquinamento da plastica.
Circa tre quarti del campione di intervistati pensa che la plastica monouso debba essere bandita il prima possibile e l’82% afferma di voler acquistare prodotti la minore quantità possibile di imballaggi in plastica.
“La crisi della plastica minaccia di sfuggirci di mano ed è giunto il momento che i governi di tutto il mondo se ne facciano carico proponendo una loro leadership. Migliaia di cittadini nel mondo hanno espresso la propria opinione. L’onere e l’opportunità spetta ora ai governi: adottare un Trattato globale sulla plastica – che sia legalmente vincolante e stabilisca regole e regolamenti globali che affrontino l’intero ciclo di vita della plastica – in modo da poter eliminare l’inquinamento da plastica nell’ambiente entro il 2030. Non possiamo permetterci nulla meno”, ha affermato Marco Lambertini, Direttore Generale WWF International.
“Sappiamo che i cittadini sono estremamente preoccupati per l’inquinamento da plastica. Questo sondaggio è un chiaro invito, da parte di persone provenienti da ogni angolo del mondo, ai propri governi affinché agiscano subito”, ha affermato Donatella Bianchi, Presidente di WWF Italia.
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Il sondaggio ha anche rilevato che l’85% degli intervistati desidera che produttori e rivenditori siano ritenuti responsabili della riduzione, del riutilizzo e del riciclo degli imballaggi di plastica. Queste richieste sono in linea con un approccio che guarda all’intero ciclo di vita di questo materiale, unica strategia per risolvere l’inquinamento da plastica alla radice.
Perù e Ruanda hanno proposto agli Stati membri delle Nazioni Unite di prendere in considerazione questa analisi prima dei negoziati previsti dal 21 in ambito UNEA e nel 1-2 marzo a conclusione della sessione di alto livello dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente. A seguito di una crescente attenzione alla questione dell’inquinamento da plastica iniziata all’UNEA nel 2014, 156 nazioni, o tre quarti degli Stati membri delle Nazioni Unite, hanno ora espresso pubblicamente sostegno per un trattato globale sulla plastica.
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