Una moneta positiva, per un mondo positivo

Una moneta positiva, di proprietà dei cittadini e libera dal debito, che si propone come alternativa alla moneta creata dalle banche private, oggi quasi totalità di quella che utilizziamo.

Una moneta che può essere creata dallo Stato “dal nulla e senza limiti”, per fare fronte alle molte ‘emergenze’ del Paese, da quella sanitaria a quella economica.

A raccontarcela è Fabio Conditi, presidente dell’associazione Moneta Positiva, nata nel 2015 e cresciuta dall’incontro di figure interdisciplinari: dall’economista Antonino Galloni a esperti di filosofia e diritto come Paolo Becchi, o di filosofia e comunicazione come Carlo Freccero.
Intento, la creazione di un benessere sostenibile per tutti.

Quelle tradizionali sono armi di distrazioni di massa, servono a non far vedere un’altra guerra, finanziaria, di cui nessuno si rende conto, con cui ci stanno letteralmente togliendo il sangue.

Perché spingere oggi su questi temi?

La storia dell’umanità è costellata di élite che cercano di mantenere il proprio potere e di acquisirne sempre di più a scapito della popolazione inerme, ma mentre una volta si poteva identificare in maniera chiara chi lo deteneva, oggi il vero potere è molto più nascosto.

Oggi, però, abbiamo una opportunità straordinaria, usare quella tecnologia, che fino ad oggi è stata utilizzata dallo stesso potere contro di noi, per aumentare la nostra consapevolezza e capacità di reagire a questo sistema.

Chiediamoci perchè

Se un branco di pesciolini si unisce, i predatori fanno più fatica. Se siamo organizzati, il 99% vincerà sempre nei confronti dell’1%, ma deve essere consapevole degli strumenti che il potere utilizza per sottomettere i popoli: una volta era la religione, poi una serie di architetture giuridiche, oggi sono finanziare e, purtroppo, la finanza e la moneta sono un argomento che pochi conoscono, che è appositamente occultato anche nei libri e nelle facoltà di economia. La moneta non cresce sugli alberi, non la trovi sottoterra, si crea e nessuno si chiede chi la crei e come la utilizzi.

Potere uguale finanza?

Noi spesso facciamo l’errore di identificare il potere con le istituzioni, il potere non è lo stato, la Germania, la Francia, l’Unione Europea, ma sono quelle persone con grandi capacità finanziare che entrando in queste istituzioni le condizionano. Anzi, spesso non ci entrano neanche, mandano emissari o condizionano le scelte di chi ci sta dentro. Lo stato siamo noi, ma spesso eleggiamo rappresentanti che sono così collegati o collegabili con il potere, da subire questa influenza. Il classico esempio è quello del partito che promette cose e una volta al potere ne fa altre, comportamenti che sembrano assurdi: nella realtà, senza la consapevolezza di come funzionano queste armi finanziarie, ti riduci a fare quello che ti dicono perché non sai come reagire.

Ci fai un esempio?

Pensiamo al debito pubblico. Per la maggior parte delle persone è un mostro orrendo che non si sa come gestire, mentre dal nostro punto di vista è banale da risolvere. Se vuoi mettere le mani nel debito pubblico devi sapere esattamente come funzionano la moneta e lo stato, tutta una serie di meccanismi dei quali nei libri di economia non si trova traccia.

Arriveremo a questo tema. Facciamo, intanto, un passo indietro, ci sono due parole chiave in tema moneta: debito e credito.

Nella storia dell’umanità, gli scambi di beni e servizi sono iniziati con il baratto, io ho delle mele tu hai delle uova, ce le scambiamo e stabiliamo qual è il rapporto tra un uovo e le mele.
Quando la quantità di beni e servizi scambiati cominciano a essere importanti, dobbiamo trovare un sistema che ci consenta di avere degli scambi multilaterali, la moneta è sempre stato un sistema molto semplice. In principio era moneta merce, il grano, da cui deriva il termine fare la grana, o il salgemma, da cui deriva il termine salario, erano beni reali facilmente suddivisibili accettati da tutti. Da lì siamo passati ai metalli pregiati e l’oro è diventato in assoluto quello più utilizzato insieme all’argento.

Poi gli scambi sono aumentati ancora.

A quel punto, la quantità di metalli preziosi non era sufficiente a coprire tutta la moneta di cui avevamo bisogno.

Prigionieri del debito

Già quattromila anni fa, ai tempi dei Babilonesi, sono nate forme diverse di ‘moneta a debito’: non ho oro a sufficienza, posso prestare dei pezzi di pergamena dove c’è scritto ‘questo pezzo di carta vale una moneta d’oro’. Era molto più comodo, le persone utilizzavano queste ricevute e le cambiavano in oro molto raramente.

La classica moneta a debito: io che la creo non posso spenderla nell’economia, perché essendo una sorta di cambiale, mi deve essere restituita, o il valore dato dal cambio non potrà essere soddisfatto: per il soggetto che la crea è un debito, ma siccome viene prestata, diventa un debito per chi la riceve e la deve restituire dopo un certo periodo di tempo.

La questione è che ha preso la prevalenza nel nostro sistema economico, che si basa quindi su una moneta che ci viene prestata e dobbiamo restituire con gli interessi. Stiamo usando come moneta una cambiale emessa da un sistema bancario, non ci rendiamo conto dell’assurdità del sistema.

In cosa è differente la moneta positiva?

È una moneta che ha valore intrinseco, o viene emessa da una istituzione che la spende nell’economia: la moneta inizia a circolare ma non deve essere restituita a nessuno, non genera debito.

Perché oggi il 93% della nostra moneta allora è a debito?

Perché i legislatori hanno fatto di tutto per aumentare la quota di questa moneta rispetto ai contanti. Con la scusa dell’evasione fiscale, che oggi si fa nei paradisi fiscali e più facilmente con la moneta elettronica che con le valigette di contanti, hanno limitato l’utilizzo di questi ultimi. Ma nel nostro ordinamento sono l’unica moneta a corso legale, l’unica che per il codice civile ha la capacità di estinguere un debito.

Teoricamente il debito è saldato quando tu vai in banca e quella moneta te la cambi in contanti, anche se non lo fa mai nessuno.

Qual è il cambiamento che invitate a fare e a quale scopo?

In un sistema per il 93% basato sulla moneta elettronica e in cui anche le banconote sono a debito, il 99,7% di tutta la moneta che usiamo è a debito, ma c’è un problema matematico che nessuno evidenzia e su cui gli esperti fanno orecchie da mercante: se c’è un soggetto che emette tutta la moneta, in questo caso il sistema bancario, ma la emette solo con i prestiti, se crea 1000 di moneta ed è l’unico che la può creare, come si può pensare che il sistema economico restituisca 1000 più il 5% di interessi: 1000 + 50?

Cambiare paradigma

Nel sistema economico quei 50 non esistono; a meno che non ci sia un falsario capace di crearli dentro al sistema, come popolazione siamo automaticamente condannati a rinnovare il debito perpetuamente.

Inoltre, se il primo anno il debito è 1050 e il secondo 1100, con gli interessi composti cresce in maniera esponenziale: non solo non è possibile restituire un debito generato con una moneta a debito, ma crescerà a tal punto da diventare insostenibile.

Tornando al vostro ruolo?

Il problema è legato all’utilizzo di una moneta sbagliata: la moneta a debito aveva un senso quando la moneta di base era fatta d’oro, che è scarso, ma siccome la base non è più l’oro, bensì una moneta convenzionale, che senso ha creare tutto questo meccanismo?

Oggi la moneta positiva può essere creata senza nessun problema; quella a debito potrà essere usata per espandere il sistema economico in alcuni momenti, se ce n’è bisogno, o per ridurlo, ma la base dovrebbe essere costituita da moneta positiva, o il sistema diventerà insostenibile e saremo completamente schiavi di questo meccanismo.

Chi può creare questa moneta positiva e cosa ci possiamo fare?

Chiunque può creare moneta positiva, anche tu, il problema è chi te l’accetta. Puoi fare bigliettini da visita su cui c’è scritto ‘vale 10 euro’, se trovi amici e persone che l’accettano. L’accettazione, però, deve essere basata su parametri ben precisi, la fiducia sulla moneta la dà il soggetto che impone le tasse. Se c’è uno Stato, è l’unico che ha il potere di imporre le tasse e di decidere qual è la moneta che dobbiamo utilizzare per pagarle.

Se lo stato italiano decidesse che da domani mattina dobbiamo pagare le tasse in conchiglie, andremmo tutte le domeniche al mare a raccoglierle e le scambieremmo tra noi: io accetterò una moneta da te perché saprò che lo stato l’accetta in pagamento. Il sistema fiscale è strettamente interconnesso con il sistema monetario, tanto che chi gestisce la sovranità fiscale, gestisce anche la sovranità monetaria e questo scopre un altro degli ‘altarini’.

Ovvero?

Tutti sono convinti che lo stato non abbia più la sovranità monetaria, ma se uno stato ha la sovranità fiscale, come può non avere quella monetaria? È impossibile.

Quindi il nostro stato potrebbe produrre altra moneta?

Già lo fa. Se vai a vedere le monete metalliche che abbiamo nelle nostre tasche, non sono tutte uguali, troverai l’euro italiano, quello tedesco, e così via. Perché? Perché l’euro non è una moneta unica, ma la somma di tante monete nazionali, che hanno lo stesso rapporto di cambio fisso.

Le monete che sono state uniformate a livello europeo sono solo quelle metalliche e le banconote emesse dalle banche centrali, in realtà c’è una serie di altre monete che possono essere create direttamente dallo stato in base all’articolo 1 della nostra Costituzione, la sovranità (qualunque) appartiene al popolo’, e all’articolo 117, modificato nel 2001 quando avevamo già firmato i trattati europei: contiene gli ambiti di competenza esclusiva dello stato rispetto alle regioni ed è detto in maniera chiaro che la moneta e il fisco sono di competenza esclusiva dello stato italiano. Se guardi tutti i trattati europei, non è mai citata la sovranità monetaria.

Esiste una BCE…

Noi abbiamo trasferito alla BCE quello che prima faceva la Banca d’Italia, le politiche monetarie, ma i poteri riservati al Ministero del tesoro, che esiste ancora come Dipartimento dentro il Ministero dell’economia e delle finanze, sono rimasti intatti a livello statale: al di là delle banconote, di esclusiva competenza della Banca europea, lo stato, come già fa, può coniare monete metalliche anche superiori a 2 euro, può fare biglietti di stato, come quando avevamo la lira, può creare moneta elettronica attraverso banche pubbliche, come fa la Germania.

Come dentro, così fuori

Ancora, lo Stato può fare moneta fiscale, lo ha dimostrato con il superbonus, e può anche monetizzare il debito pubblico: trasformarlo in una sorta di moneta, elettronica o cartacea, che può tranquillamente circolare.

Quindi, poiché la moneta non si basa più su beni concreti, è fiat, lo stato potrebbe crearne all’infinito?

Distinguiamo due economie.

In quella locale, territoriale, che permette scambi di beni e servizi tra cittadini italiani e non c’è nessuna uscita fuori dal Paese, la moneta che lo stato crea, avendo validità solo su questo territorio, funziona perfettamente.

Quando parliamo di beni che entrano ed escono dal Paese, import ed export, il problema è capire se il Paese ha uno squilibrio nella bilancia commerciale: supponiamo che l’Italia importi solamente e non esporti, avremmo un problema, perché questa importazione dovrebbe essere pagata con una moneta a validità internazionale. Ma siccome l’Italia ha una bilancia commerciale in pareggio o in attivo, se gli altri vogliono pagare questi prodotti devono pagarci con la nostra moneta e noi possiamo fare la stessa cosa con i loro prodotti.

In realtà, la questione non è così netta (clicca qui per continuare a leggere)

Monica Bozzellini
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Oltre 30 anni di esperienza nel mondo del giornalismo e della comunicazione aziendale; da oltre 5 anni è consulente alla comunicazione positiva.Si occupa dello sviluppo della persona attraverso strumenti a mediazione artistica espressiva, come professional counselor a mediazione corporea e teatrale

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