“Papà, se il tuo papà aveva un papà che poi aveva una mamma e un papà, e anche il papà del tuo papà aveva il suo papà… insomma come ha fatto a nascere la prima persona? E se c’è un papà di tutti i papà, vuol dire che il mondo è una grande famiglia?”.
Giacomo ha 6 anni, gli occhi neri e una testa piena di ricci e nel suo tentativo di spiegare la vita mi ha illuminato una giornata di autunno. Con la spontaneità di un bimbo e la perspicacia di chi vuole andare in fondo alle sue domande ha dato una risposta di amore. Ha usato una logica che facesse da ponte ai suoi perché e ha unito le parti (leggi anche qui).
E mentre noi adulti siamo impegnati a dividere e analizzare, a litigare e a contrapporci, Giacomo ci dice che i bambini squarciano il velo della separazione e rendono il mondo un posto migliore. Perché ad ascoltare loro tutto può essere più semplice: senza sovrastrutture si è più vicini al bisogno da cui nasce una richiesta. E si trova il modo per includere realmente. In tempi di divisione Giacomo con le sue parole ci insegna ad andare all’origine dell’uno, per scoprire chi siamo davvero, per trovare un’unità innanzitutto dentro noi stessi.
Nella nostra essenza luminosa, immersi insieme a un’unica infinita umanità.
Giornalista, consulente alla comunicazione positiva e allo sviluppo individuale e dei gruppi attraverso strumenti a mediazione espressiva. 20 anni di esperienza in comunicazione aziendale.