“Lo smart working rende gli uffici vulnerabili: cosa succederà in futuro?”. Questo il titolo del webinar organizzato da World Capital, un confronto tra i player del settore, che ha visto la partecipazione di: Aldo Cristadoro, Amministratore Delegato – INTWIG; Michele Savani, Division Manager GI GROUP; Massimo Roj, Amministratore Delegato Progetto CMR; Gianfranco Marinelli, Presidente di Federlegno Arredo Eventi S.p.A. ed Assufficio; Gabriella Cirmi, Fund Manager DeA Capital Real Estate SGR e Mauro Mordini, Country Manager Italy and Malta IWG Regus.
Dal webinar, introdotto da Paolo Crepet, psichiatra e scrittore, e moderato da Andrea Faini, Ceo di World Capital, è emerso che la pandemia ha stravolto le abitudini delle persone, rappresentando tuttavia un’occasione per ripensare a nuovi modelli di spazi e di operatività aziendale, con una parte di lavoro svolta da remoto e una che deve rimanere umana.
World Capital, benessere e qualità degli uffici
Oggi la domanda si orienta principalmente sul benessere e sulla qualità degli uffici, luoghi che devono permettere alle persone di sentirsi a proprio agio, stimolando un senso di appartenenza all’azienda.
Non solo una riprogettazione degli spazi, lo smart working rappresenta anche una sfida organizzativa per le aziende, che comporta una maggiore digitalizzazione, nuovi modelli di business, integrazione di politiche CSR nei piani strategici aziendali e un aumento di investimenti ESG.
Il tema della flessibilità viene riscontrato anche nell’arredo degli uffici, che in futuro dovrà essere personalizzabile e rimodulabile per puntare ad uno spazio di lavoro poliedrico.
Negli anni sono cambiate le esigenze e necessità del mondo del lavoro, così come la concezione dei luoghi. L’ufficio tradizionale dunque sembra destinato ad una naturale evoluzione dettata dal “new normal”, fatto da nuove norme e restrizioni, potenziali lockdown locali e aumento delle misure di sicurezza sul lavoro.
La tendenza è quella di orientarsi verso il modello dell’Hybrid-working, con uffici delocalizzati, in maniera diretta o indiretta, con accesso ad una rete di spazi da poter utilizzare on demand, in modo flessibile e con un vantaggio economico relativo ai costi di gestione.
Focalizzandoci sugli effetti che lo smart working ha generato sul settore immobiliare direzionale, si assiste ad un aumento di richieste di immobili tecnologicamente avanzati e ad un incremento dello spazio destinato alle aree comuni.
Dal punto di vista degli investimenti invece il lavoro agile ha portato ad un’attenzione sempre più elevata su asset di tipo core, con un maggiore interesse per le soluzioni orientate verso una ri-funzionalizzazione degli spazi esistenti.
Oltre ad analizzare le prospettive degli spazi e delle aziende, il webinar ha dato voce anche all’esperienza dei lavoratori grazie ai risultati di una ricerca condotta da INTWIG su un campione di circa 3.000 persone.
Da tale analisi è emerso che nel mese di febbraio 2021 gli smart worker sono stati 7,5 milioni, con un’incidenza maggiore sul settore dell’informazione e della comunicazione (92,5%). Sempre dalla survey è emerso che il 77% degli intervistati valuta l’esperienza dello smart working come positiva, questo soprattutto per le donne, che riescono così a conciliare meglio lavoro e famiglia.
Le voci dei protagonisti
“La pandemia ha accelerato un processo che era già iniziato tempo prima, permettendo a milioni di persone di svolgere il proprio lavoro da casa – ha commentato Aldo Cristadoro, Amministratore Delegato – INTWIG -. È evidente che questa tendenza proseguirà anche dopo l’emergenza. Per trarre i maggiori benefici, sarà però necessario ripensare il modello aziendale e cambiare la concezione degli spazi, progettando degli uffici che siano sempre più luoghi da condividere.
La ricerca INTWIG ha messo in evidenza un altro aspetto molto importante dello smart working, ossia il suo nesso con la sostenibilità ambientale. Con circa 5 milioni di auto in meno sulle nostre strade, il lavoro da remoto ha un’incidenza sulle emissioni che non può essere trascurata. Questo ripensamento del sistema produttivo legato al mondo dei servizi potrebbe portare a un ripensamento complessivo dei flussi nei territori, rivedendo le dinamiche interne alle grandi aree metropolitane e restituendo vantaggi competitivi a territori attualmente più periferici”.
“Lo Smart Working ridefinisce le funzioni di uno dei perni fondamentali intorno ai quali abbiamo organizzato per lungo tempo il ritmo delle nostre vite personali e professionali – ha dichiarato Michele Savani, Division Manager GI GROUP -. Sotto il profilo aziendale lo Smart Working si presenta come un cambiamento dei modelli organizzativi e dello stile di leadership che aziende e manager dovranno necessariamente affrontare e tradurre in un modo rinnovato di lavorare, collaborare e organizzare i tempi della vita privata e lavorativa, individuando un nuovo punto di incontro tra work life balance e produttività.
Una sfida culturale non più rinviabile, in cui i leader aziendali devono sempre più costruire senso di appartenenza, promuovere attivamente politiche di flessibilità lavorativa, monitorare e ascoltare le aspettative e le criticità dei team di lavoro e dei singoli, responsabilizzare e diversificare le modalità di controllo della produttività e della qualità del lavoro.
Una sfida non più rinviabile, in quanto diventerà anche un elemento distintivo per l’Employer Branding di qualsiasi azienda, determinando la capacità di attrarre competenze e talenti necessari per competere sul mercato”.
“L’emergenza Covid ha completamente stravolto il concetto di spazio e di lavoro, costringendo a rimodulare tutto in base alla distanza. Di fronte a un cambiamento così radicale il mondo dell’arredo per ufficio ha dimostrato, come ha sempre saputo fare quando ci sono state evoluzioni altrettanto importanti, grande flessibilità e capacità di reinventarsi. Per questo sono certo che il settore sarà in grado di dare risposte all’altezza di un nuovo concetto di ufficio” ha dichiarato Gianfranco Marinelli, Presidente di Federlegno Arredo Eventi S.p.A. ed Assufficio.
“I nostri uffici sono destinati a trasformarsi ed evolversi, non solo perché sono mutate le nostre necessità e le nostre aspettative da utenti degli spazi, ma anche perché la diffusione quasi capillare dello smart working ha inciso profondamente sul nostro modo di vivere e approcciare il lavoro – ha affermato Massimo Roj, Amministratore Delegato Progetto CMR-.
Il digitale ha cambiato per sempre il nostro modo di lavorare, rendendolo più efficiente e immediato, e ha anche creato nuovi modi di stare insieme e condividere esperienze, ma non potrà mai sostituire il luogo fisico e le sue dinamiche. Gli spazi “offline” continueranno ad essere i luoghi privilegiati delle relazioni e degli scambi di idee, di esperienze, di emozioni. Fisico e digitale si completano e si integrano, trasformando il luogo di lavoro da workingspace a livingplace, ossia uno spazio vivo e da vivere, una destination che genera un’esperienza di qualità, intuitivo, multisensoriale, fluido, sicuro. Uno spazio profondamente a misura d’uomo”.
“Tutto il settore immobiliare ha vissuto una generale trasformazione in questi mesi. Soffermandoci sul comparto direzionale, per il futuro ci attendiamo una divaricazione tra i prodotti di tipo core e non, tendenza che continuerà ad aumentare. Inoltre con l’home working si richiederà una rivisitazione caso per caso, dell’attuale configurazione degli uffici” ha detto Gabriella Cirmi, Fund Manager DeA Capital Real Estate SGR.
“Il futuro degli spazi di lavoro sarà l’hybrid-working, un modello capace di dare la possibilità a chi lavora di poter operare vicino a casa, ma in modo professionale e in aree pensate e progettate per dare il massimo dal punto di vista professionale” ha chiosato Mauro Mordini, Country Manager Italy and Malta IWG Regus.
“Quando si parla di smart working ci riferiamo ad un fenomeno già in atto da diversi anni, ma che nell’ultimo periodo ha coinvolto moltissime persone. Siamo felici di aver riunito importanti player del settore che hanno fornito una fotografia di come lo smart working sta impattando su lavoratori, aziende, progettazione degli spazi e sul mercato immobiliare” ha dichiarato Andrea Faini, CEO di World Capital.