“Un appello per promuovere un dibattito scientifico coerente con condizioni indispensabili per il progresso della scienza nell’interesse della comunità”. Questa la richiesta lanciata nell’ambito della conferenza organizzata a Milano lo scorso sabato 23 ottobre da Fondazione Allineare Sanità e salute dal titolo ‘Cinque proposte strategiche e operative di contrasto alla pandemia Covid-19’: una lettera aperta per chiedere a politici, istituzioni e parlamentari un luogo neutro in cui favorire un confronto che parta dall’osservazione critica di tesi e posizioni differenti e proceda secondo criteri basati sull’evidenza.
Un intento inclusivo su un tema che appartiene a tutti, quello della salute, Quoziente Humano ha colto l’invito seguendo l’incontro.
Politici insieme per spingere un dibattito scientifico costruttivo
Un invito ad ‘abbassare i toni e spegnere le polemiche’ secondo la senatrice Laura Stabile (Forza Italia) intervenuta in collegamento insieme a colleghi di differenti rappresentanze politiche. “Riportiamo questi argomenti nel loro ambito naturale che deve essere quello di un dibattito scientifico ampio, trasparente e basato sulle prove che man mano si producono. La scienza – ha dichiarato – non è dogmatica, mentre spesso chi su basi scientifiche ha generato dubbi è stato censurato. Questo tipo di lavoro va a benessere della collettività. Mi hanno colpito attacchi mediatici nei confronti di medici e scienziati che hanno messo in atto terapie precoci con interventi di efficacia provata”.
Secondo l’eurodeputata Rossella D’Amato (Verdi/Alleanza libera Europea): “Le terapie precoci evidence based devono essere sostenute, finanziate e diffuse. Servono persone dalle mani libere che abbiano la capacità di mettersi a confronto. Apprezzo la citazione dell’articolo 33 della Costituzione: ‘L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento’, quindi è fondamentale è il dibattito sull’accettazione del metodo scientifico che non deve essere soppresso in alcun modo e da nessuna istituzione”.
“L’8 aprile del 2021 abbiamo approvato un ordine del giorno in Senato all’unanimità con il quale si chiedeva di superare il protocollo tachipirina e vigile attesa ma di attingere ad alcune esperienze messe in campo da alcuni medici nel cercare di limitare le ospedalizzazioni – ha ricordato il senatore Massimiliano Romeo (Lega) -. Siamo contenti che alcuni studi di Fredy Suter e Giuseppe Remuzzi siano stati pubblicati su una rivista del gruppo The Lancet e che abbiano messo in evidenza che un intervento precoce e immediato possa evitare nel 90% le ospedalizzazioni. Le cure non sono alternative ai vaccini. Utilizziamo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione. In previsione futura dobbiamo mettere in campo ulteriori strategie. Lo stesso direttore dell’Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato la difficoltà a raggiungere l’immunità di gregge e che riusciremo a sconfiggere definitivamente il virus solo quando riusciremo a trovare una cura di bloccarlo all’inizio”.
Coltivare il dubbio per cercare un terreno comune
“Se c’è un elemento che deve connaturare il medico nella sua opera è proprio il dubbio”, ha detto il moderatore del panel Sandro Sanvenero, Presidente Commissione Albo Odontoiatri, OMCeO La Spezia.
Il deputato Alberto Zolezzi (Movimento 5 Stelle) ha chiosato: “Penso sia fondamentale che la scienza sia libera, aggiornata e appropriata, in modo da fare una sintesi che possa guidare la politica, il rischio che avvenga il contrario c’è ed è molto grave. Bene che ci siano gli studi e pubblicità di questi anche oltre il mainstream, che ci sia una agibilità nella costruzione scientifica che possa prevedere critiche e confronti costruttivi. Si parla in questi giorni di debito immunologico nel mondo anglosassone, perché non è stata sviluppata l’immunità per oltre un anno nei bimbi più piccoli, questo deve far riflettere sulla necessità di pesare le strategie e le conseguenze dei trattamenti. È una pandemia nuova, bisogna stare attenti e a essere pronti a cambiare la stessa strategia”.
“Qualunque patologia può essere intercettata fin dall’inizio, intervenire subito può contribuire a ridurre la pressione sulle acuzie gravi”, ha continuato Sanvenero. Lucio Malan (Fratelli d’Italia) ha dichiarato: “Vedere colleghi di diversi gruppi d’accordo significa che c’è un terreno comune. Allineare sanità e salute e verità e comunicazione sembrano due cose scontate. Così non è. Dal momento che c’è un vaccino non bisogna dimenticare le cure, a maggior ragione se il vaccino non dà copertura completa. L’approccio deve essere razionale e scientifico”.
“Questa Repubblica in nome di uno stato di emergenza consente di arrivare all’uomo solo al comando, senza avere il riparo di quell’architettura costituzionale che voleva impedire una situazione come quella che stiamo vivendo. Su questa scia si stanno saldando le tentazioni di dire l’ultima parola, si comprimono gli spazi di quella dialettica che nella politica e nella medicina e in tutti gli spazi della ricerca sono fondamentali. Lo spazio del dubbio è fondamentale. Il giornalismo dovrebbe dare gli strumenti per capire cosa serve in questo Paese”. Accoglie “l’invito a una scienza che accetti le posizioni critiche rispetto a quelle dominanti – l’europarlamentare Marco Rizzo (Partito Comunista) -, perché questa è una condizione per lo sviluppo delle conoscenze scientifiche. La sanità pubblica è da rilanciare, costruire, rafforzare con investimenti seri: aumento posti letto, ricerca, medici e sanitari. La sanità di prossimità deve essere la prima interlocuzione per chi si ammala. Sulle terapie precoci bisogna investire, ricercare e anche informare. Va evitato l’accentramento della ricerca scientifica in mano alle grandi multinazionali che sono in grado di influenzare i Governi. Purtroppo, oggi è la finanza a comandare la politica. La scienza va usata a favore del popolo”.
La proposta di Fondazione Allineare Sanità e Salute
Ad Alberto Donzelli, medico, già dirigente di Sanità Pubblica, il compito di entrare nel merito dei contenuti dell’iniziativa Scientifico della Fondazione Allineare Sanità e Salute – Relazione scientifica di cui è Coordinatore Comitato.
“La Fondazione si regge sul lavoro volontario e gratuito del Consiglio Direttivo, del Comitato Scientifico e degli autori delle pubblicazioni – ha spiegato -. La Fondazione ha l’ambizione di presentare allineamento con gli interessi del Sistema Sanitario Nazionale e della salute della comunità dei cittadini”.
Donzelli ha illustrato “prodotti e principi attivi che possono ampliare il ventaglio delle cure disponibili per la covid-19, anche domicilio, sempre in intesa con il curante”.
Secondo la presentazione fatta da Donzelli i criteri secondo cui si è arrivati ai principi descritti sono: prodotti e principi di efficacia molto promettente in base a studi randomizzati controllati favorevoli e di discreta/sufficiente validità, integrati con studi osservazionali coerenti; sostanze sicure; biologicamente plausibili; economici (costo opportunità benefici favorevole); accessibili; senza megasponsor commerciali né ricercatori con conflitti di interessi.
L’appello per un luogo neutro in cui potersi scientificamente confrontare
“Chiediamo a politici e istituzioni che ci sia un luogo neutro in cui potersi confrontare con spirito liberamente critico sulla base di evidenze scientifiche controllate liberi da interessi”.
È intervenuto così Alberto Contri, docente di comunicazione sociale.
“Dal ‘72 al ‘93 ho lavorato nella più grande multinazionale specializzata nell’informazione alla classe medica – ha detto -. Bisogna sottolineare che da sempre l’unica informazione che i medici hanno sui farmaci ce l’hanno dalle case farmaceutiche. ‘La scienza, come diceva Karl Popper – deve misurarsi con i suoi possibili errori’. Sono stupito dal dogmatismo scientifico che viene profuso a piene mani da tutti i media, dai giornali, dalle tv, dai talk show. Le grandi case farmaceutiche sono state tutte fondate da bravi medici ricercatori agli inizi del ‘900, che hanno sempre cercato un equilibrio fra il fare quattrini e promuovere farmaci utili per la comunità. Si spendevano molti soldi per scoprire formule efficaci, quando la trovavano la vendevano in tutto il mondo e così si ripagavano le spese e guadagnavano. A loro sono subentrati i figli e dopo i fondi di investimento. Stupisce il fatto che per cercare di vendere ciò che c’è si delegittimi ciò che esiste e che però costa molto poco”.
A margine dell’incontro, abbiamo incontrato il Prof. Alberto Contri sul tema che riguarda la narrazione della pandemia.
Quello a cui stiamo assistendo in termini di comunicazione è qualcosa che ha già visto nella sua esperienza professionale?
In questi termini non ho mai visto un fenomeno del genere. C’è una narrazione che volutamente invita alla demonizzazione di chi la pensa in una certa maniera. Tutto è riconducibile al denaro. I siti di debunking, i siti cosidetti antibufale, sono tutti finanziati dalla stessa fonte che finanzia anche le case farmaceutiche. Invito tutti a documentarsi, guarda caso i finanziatori di Facebook sono quelli di Blackrock, che sono gli stessi della Pfizer. Poi ci sono i vari Wellington, Deutsche Bank: tutt’altro che enti di beneficenza, sono azionisti che vogliono vedere i conti economici migliorare ogni anno, come e perché non interessa. Questa occasione è straordinaria, siamo sempre là: ‘follow the money’.
Come si sta sviluppando la comunicazione relativa al fenomeno covid19 e a tutto quanto a esso collegato?
Non c’è spazio per una voce contraria. I grandi giornali o ti censurano o ti danno addosso. Sui social network possono cancellare i post o fare shadowbanned (qui l’intervista su ‘democrazia e pluralismo informativo‘). In televisione ho partecipato a DiMartedì dove ho citato i dati di EudraVigilance, che è un sistema europeo di rilevamento di effetti collaterali al vaccino, prima di quella sera ero stato invitato ad altre trasmissioni, che, poi, hanno disdetto. Bisogna andare nella rete e trovare quegli spazi di verità che ancora esistono.
Lei insegna, gli studenti che cosa dicono?
C’è un’attenzione parziale. Viviamo tutti con il naso nel cellulare. I ragazzi leggono principalmente le breaking news, titolo e punto ed è l’unica informazione di cui si nutrono: spesso vivono di frammenti e sputano frammenti. A mio modo di vedere, su questa operazione si accontentano.
C’è una maggioranza che in alcuni casi esprime il sentirsi minacciata e una minoranza che esprime il sentirsi oppressa. Comunicare significa mettere in comune. Come si fa a condividere un punto di incontro in questa situazione?
Non si può, perché è stata fatta un’operazione che è volutamente divisiva e che crea uno stigma. La divisione entra longitudinalmente nelle famiglie, nelle cerchie di amici. C’è una discrasia tra la realtà e quello che viene raccontato. Come mai le piazze si riempiono sempre di più? Si sono espresse illustri personalità come Cacciari, Agamben, Freccero. Siamo tutti impazziti?
A cura di Monica Bozzellini e Serena Adriana Poerio
Giornalista, consulente alla comunicazione positiva e allo sviluppo individuale e dei gruppi attraverso strumenti a mediazione espressiva. 20 anni di esperienza in comunicazione aziendale.